Bassa

Decreto sicurezza: «Non potremo più nutrire i richiedenti asilo»

Il grido d’allarme è lanciato da Marco Riva, presidente della cooperativa «Un sole per tutti»
Emergenza. Marco Riva lancia l’allarme: «Non avremo più di che nutrire i richiedenti asilo»
Emergenza. Marco Riva lancia l’allarme: «Non avremo più di che nutrire i richiedenti asilo»
AA

L'allarme lo lancia dallaltra parte del mondo. Tra una settimana, al massimo dieci giorni non saremo più in grado di dare da mangiare agli stranieri che ospitiamo. Parla dal Nicaragua Marco Riva, referente degli albergatori bresciani che negli ultimi anni hanno trasformato i loro hotel in centro profughi. Incarico che in verità ha lasciato per trasferirsi allestero.

Non una fuga, assicura, ma scelta di vita - spiega -. Da agosto sono andato in pensione e qui vivo dignitosamente come invece in Italia non riuscirei. La domanda sorge spontanea: «Ha guadagnato con il "business del profugo" e ora volta le spalle al Paese?». Ma quale business del profugo!

Ormai abbiamo solo spese. Senza immigrati non avrei guadagnato con il mio albergo? Da un anno ci sono esclusivamente uscite - replica Riva prima di sfogarsi -. Abbiamo percepito ad aprile l'ultimo pagamento da parte della Prefettura. Abbiamo solo spese, compreso il personale, e zero incassi. Per questo non siamo più in grado di dare da mangiare ai richiedenti che sono da noi.

La cooperativa Un sole per tutti, di cui è ancora presidente anche se ora la gestione è nelle mani del suo vice Fausto Conter, si occupa di 270 stranieri collocati in una dozzina di strutture in provincia. «Il 17 torno a Brescia per provare a capire se è possibile andare avanti. Dovrò parlare con le banche. Così è insostenibile - aggiunge Riva - credo che il ditat sui pagamenti dilatati arrivi da Roma visto che le Prefetture non si muovono mai in autonomia. Così Matteo Salvini finisce ancora nel mirino dellalbergatore, titolare del Niga di Azzano Mella, diventato centro profughi e ora dato in gestione. Già a dicembre al nostro giornale Riva, spiegando di aver disdetto il contratto di affitto con la proprietà di una villa a Castenedolo, bocciò le scelte del inistro degli Interni. Abbiamo lasciato la struttura di Castenedolo, così come quelle di Castegnato, Vione, Nuvolento e Poncarale, perché dopo lentrata in vigore del decreto sicurezza gli stranieri se ne sono andati sapendo di finire in clandestinità - disse puntando il dito contro il nuovo provvedimento -: ora siamo ad un punto di non ritorno. Le risorse sono finite e non daremo più i voucher agli immigrati».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia