Da 85 anni nei cieli di tutto il mondo
Non ci sono più gli aerei di una volta. Ovvio: dai primi tentativi dei fratelli Wright, la tecnologia ha fatto un balzo incredibile. Alla base di Ghedi, ad esempio, si è passati dai mitici CR32, capaci di raggiungere velocità che oggi fanno ridere (375 km orari), agli F35, che arriveranno l’anno prossimo. In mezzo una lunga serie di velivoli: Cr42, Re2001, Me109G, F-51D e DH100 Vampire… E poi l’F-84 G Thunderjet, l’F84 F, l’F104 G, il Tornado.
Se non ci sono più gli aerei di una volta, non ci sono più neanche i militari di una volta: per questioni anagrafiche, certo, ma anche perché, nel corso dei decenni, sono cambiati sia la struttura dell’Arma Azzurra che il modo di operare. Testimone di questo cambiamento è il 6° Stormo di stanza a Ghedi, che, nato il 15 gennaio 1936 a Campoformido, oggi compie 85 anni. Lo Stormo, che con 1.500 addetti è un paese nel paese, festeggia anche un’altra ricorrenza: nel 1951 i Diavoli Rossi si sono trasferiti nella Bassa.
Sono quindi 70 anni che «vivono» a Ghedi e, in un rapporto di reciproco vantaggio, convivono pacificamente con i suoi abitanti. Di tutto questo abbiamo parlato con il colonnello Roberto Del Vecchio, che guida lo Stormo. Comandante, non ci sono più i militari di una volta… «In effetti è cambiato (quasi) tutto - conferma il colonnello -. Sintetizzando possiamo dire che, quando lo Stormo è stato costituito, c’erano due situazioni: guerra o pace. Oggi è tutto più complicato: posto che il nostro compito principale è quello di essere pronti a qualsiasi operazione ci venga assegnata, le modalità di intervento sono cresciute, sia dal punto di vista numerico che del target. Siamo impegnati non solo nella difesa del territorio nazionale, ma operiamo in tutto il mondo in situazioni molto varie».
Ad esempio? «Negli Anni ’90 siamo stati nel Golfo, nei Balcani e nel Kosovo; nel 2008 in Afganistan, nel 2011 in Libia… Per non dire del lavoro di contrasto all’Isis in Iraq. Ma operiamo anche in altri settori. In occasione di terremoti e calamità naturali, mettiamo a disposizione la capacità di ricognizione dei nostri velivoli».
Lei è arrivato a Ghedi (come pilota) nel ’98; due anni fa è tornato come comandante. Una bella differenza... «La stessa differenza che c’è tra un maestro di violino e il direttore d’orchestra: il primo suona, il secondo deve far sì che tutti i solisti eseguano, insieme e il meglio possibile, a stessa sinfonia». Gli encomi e i ripetuti riconoscimenti a livello internazionale testimoniano che la sinfonia del Sesto Stormo è tra le più belle, degne del miglior Beethoven.
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