Coronavirus, quel canto commosso nella piazza deserta
Il duomo di Montichiari illuminato dal tricolore. Nella piazza deserta la sagoma del tenore Paolo Battaglia e nel silenzio della sera la sua voce che intona l'Inno nazionale. Così la cittadina della Bassa che dall'inizio dell'epidemia da coronavirus ha già contato 15 vittime e ha voluto lanciare un messaggio di unità e di speranza a quanti in questi giorni stanno trascorrendo le giornate in isolamento o hanno perso improvvisamente una persona cara.
«È stato toccante cantare il testo di Mameli: uniamoci, siam fratelli». Un'emozione difficile da descrivere per il cantante monteclarense, che non usciva di casa dall'8 marzo e che si è esibito in una piazza insolitamente vuota, anche se a seguirlo sulla pagina Facebook del Comune erano in centinaia. «Ho cantato all'Arena davanti a migliaia di persone e non è stato così toccante. Finché c’era l'adrenalina ho tenuto, poi tornato a casa ho pianto».
Tra i momenti più toccanti della sua esibizione l'interpretazione dell’Ave Maria: una vera e propria preghiera dal cuore per tutti coloro che in questi giorni hanno dovuto dire addio ad un familiare o ad un amico senza nemmeno un funerale. «Ho cantato pensando ai morti: questa Ave Maria è quella che avreste dovuto avere al vostro funerale che non c’e stato».
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