Bassa

Allarme aviaria nella Bassa: sono quasi 60mila i capi abbattuti

Ats rassicura: «La situazione è sotto controllo». Gli agricoltori rimarcano: «I prodotti che arrivano sulla tavola sono sicuri»
Emergenza aviaria nella Bassa
Emergenza aviaria nella Bassa
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Nella Bassa sono quasi 60mila i capi abbattuti a causa dell’aviaria. «Nel periodo dal 16 novembre fino al 2 dicembre - fanno sapere da Ats Brescia - sono stati confermati quattro focolai nel territorio della Bassa bresciana. I focolai hanno interessato allevamenti di tacchini (circa 14.500 capi), galline ovaiole (circa 16.400 capi), anatre (circa 27.350 capi).

Tutti questi animali sono stati abbattuti e smaltiti negli appositi impianti e sono attive le zone di protezione e sorveglianza. Per ora grazie ai provvedimenti assunti l’andamento della infezione risulta sotto controllo». Mentre Ats ma anche a regione tranquillizzano, tra gli allevatori è allarme. L’infezione ad alta patogenicità torna quindi a preoccupare le aziende agricole della Bassa e su nove casi accertati in tutta la Lombardia quattro, poco meno della metà, si concentrano nella nostra provincia.

Quindi dopo il focolaio di San Gervasio, che pareva un caso isolato, in pochissimi giorni gli allevamenti colpiti dall’aviaria nei paesi limitrofi sono stati ufficialmente tre.

Due i casi a Pavone, uno a Milzano e, notizia dell’altro giorno, un quinto in fase di accertamento a Pralboino. «Pavone purtroppo è uno fra i comuni colpiti dall’infezione avicola - questo il commento del sindaco Mariateresa Vivaldini -. Siamo vicini a entrambi gli allevamenti nei quali in questi giorni Ats ha avviato le procedure di abbattimento». A Pavone una delle due aziende interessate dall’abbattimento, che ha una sede distaccata anche a Milzano, dovrà fare i conti con l’abbattimento di 27mila anatre.

«L’aviaria sta mettendo ancor più in ginocchio un settore zootecnico già in forte crisi a causa dei costi delle materie prime e dell’energia - questo l’intervento di Gabriele Trebeschi, direttore di Confagricoltura Brescia -. Quando partono queste epidemie la ricaduta si fa sentire, purtroppo, su tutto il comparto agricolo. I danni diretti (smaltimento, trasporto, disinfezione, abbattimento, ecc...) saranno indennizzati in tempi più o meno brevi, per quelli indiretti invece abbiamo chiesto alle istituzioni di attivare un indennizzo ad hoc per quanto concerne, per esempio, i fermi aziendali».

Le misure

Anche Coldiretti vigila attentamente sulla situazione. «Siamo divisi tra la soddisfazione che le prime misure di controllo tengano e la preoccupazione che comunque i casi stanno, anche se di poco, aumentando - tiene a precisare Mauro Belloli, vicedirettore Coldiretti Brescia -. Stiamo seguendo da vicino l’intera vicenda partita nel Bresciano con il primo focolaio scoperto a San Gervasio e ancora prima nel vicino Veneto. L’aviaria è una malattia subdola che si infila anche dove le maglie sono strettissime però dobbiamo dire che, per ora, le misure sanitarie e non adottate dai vari enti e dagli allevatori sembrano tenere egregiamente. La Regione poi ci ha confermato di aver messo in campo fin da subito le squadre per i pronti abbattimenti: prima si tolgono animali infetti prima sparisce l’allarme. C’è preoccupazione tra gli allevatori certo, ma massima tranquillità per i consumatori: carne e uova che finiscono sulle tavole sono assolutamente sane e salubri».

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