Bassa

A Orzinuovi firme contro la sede nell’ex stadio

Si è costituito martedì al centro culturale Aldo Moro il comitato referendario che si oppone alla collocazione della Casa di Comunità
Lo stadio di Orzinuovi in una foto d'archivio - © www.giornaledibrescia.it
Lo stadio di Orzinuovi in una foto d'archivio - © www.giornaledibrescia.it
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Detto, fatto. Avevano promesso di opporsi e così stanno facendo. Si è costituito ufficialmente martedì sera al centro culturale Aldo Moro di Orzinuovi il comitato referendario che si oppone alla costruzione della Casa di Comunità nell'ex stadio comunale del paese.

Sono state 286 firme a suggellare l’avvio dell’iter che a fine settembre dovrebbe chiamare i cittadini orceani alle urne per esprimere il loro parere in merito alla decisione presa dall’amministrazione comunale di edificare nell’area in questione la nuova struttura sanitaria.

A coordinare il comitato c’è un giovane orceano, Luca Andrico. Con lui Rosaria Zanotti, promotrice lo scorso anno di una raccolta firme a nome del gruppo «Partecipiamo» per destinare l’area in questione a spazio verde, e Maria Laura Giuliani, un’altra giovane esperta in problematiche ambientali.

«Partendo dal presupposto imprescindibile che la Casa della comunità è necessaria - spiega Giuseppe Giuffrida, un membro del coordinamento dei promotori del referendum - ne mettiamo in discussione semplicemente la collocazione. Quello che desideriamo fare con questo referendum è coinvolgere la comunità in questa scelta importante. Inviteremo quindi i cittadini ad esprimersi sulla necessità di salvaguardare quest’area rispetto all’edificazione della casa della comunità e quindi ad un’ulteriore occupazione di suolo pubblico. Secondo noi la struttura - continua Giuffrida - può essere costruita in un altro luogo o, meglio, può essere inserita in spazi già esistenti, come ad esempio quello dell’attuale ospedale».

A sostenere la richiesta del referendum anche il circolo orceano di Legambiente. La procedura referendaria prevede che ora un comitato di garanti si esprima entro un mese in merito all’ammissibilità del quesito referendario. Poi ci saranno quattro mesi di tempo per raccogliere altre 1.500 firme necessarie per poter dare il via al referendum. Nel casi si tratterà di un referendum consultivo, che non sarà vincolante nelle scelte amministrative, ma avrà lo scopo di mettere in evidenza la posizione della comunità in merito alla questione.

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