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A Montirone sarà realizzato il bitumificio nella cava Betulla

Bocciati due dei tre ricorsi contro il progetto: rispetta il Piano cave e supera le criticità rilevate da Arpa
L’impianto dovrebbe sorgere sul sito della cava Betulla - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’impianto dovrebbe sorgere sul sito della cava Betulla - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Montirone avrà il suo bitumificio, che nascerà alla cava Betulla contro la volontà di molti suoi cittadini, del comitato «Bitumificio No Grazie!», di Legambiente dei Comuni di Borgosatollo e Montirone.

A sancirlo sono due sentenze del Tar di Brescia con cui si legittima l’autorizzazione rilasciata dalla Provincia alla Inertis srl, che potrà così realizzare un impianto di produzione di calcestruzzo (200 tonnellate l’anno), conglomerato bituminoso (240mila tonnellate l’anno) e recupero di fresato d’asfalto (72mila tonnellate l’anno).

Contro il progetto, depositato in Broletto nel luglio del 2018, sono stati depositati in tutto tre ricorsi. I giudici di via Zima, nei giorni scorsi, ne hanno intanto respinti due, del tutto simili: uno da parte di undici residenti di Montirone, del Comitato e di Legambiente; l’altro da parte dell’amministrazione comunale di Borgosatollo. Rimane in piedi ancora il ricorso depositato al Tar dal Comune di Montirone, di cui si attende la sentenza, «che - afferma il sindaco Filippo Spagnoli - temiamo possa ricalcare le altre due. Ci auguriamo però che qualcosa possa cambiare».

I giudici amministrativi, presidente Angelo Gabbricci, hanno anzitutto accolto l’eccezione presentata dalla Provincia riguardo al difetto di legittimazione del comitato «Bitumificio No Grazie!» a presentare ricorso. Il comitato, cioè, non sarebbe rappresentativo, non avrebbe i requisiti del radicamento territoriale, in quanto «costituito solo nel 2020; una costituzione così recente palesa il difetto del requisito della stabilità», scrivono i giudici. Ma a cadere, in verità, sono tutti i motivi di ricorso, aspetto che legittima pienamente il progetto autorizzato dal Broletto.

Stando a quanto scrivono i giudici, l'impianto rispetta il Piano cave della Provincia, in quanto «terminato il periodo di efficacia dell’autorizzazione, l’area (del bitumificio, ndr), sarà convertita a verde naturalistico, in piena armonia con quanto previsto dal Piano cave». Con le controdeduzioni depositate da Inertis, il progetto ha superato le criticità sollevate da Arpa riguardo all’aumento dell’inquinamento in atmosfera, agli aspetti geologici e idrogeologici; quanto al rumore, la società ha accolto le prescrizioni per mitigare le «possibili diseconomie acustiche» e, per le emissioni odorigene, «la Provincia ha prescritto l’installazione di un sistema di filtrazione funzionale all’abbattimento degli odori».

Dunque? Il bitumificio si farà? Ieri sera i ricorrenti si sono riuniti per decidere come agire. «Apriremo un dialogo anche con la proprietà - afferma Spagnoli -. Chiediamo delle opere di mitigazione ambientale serie. Altrimenti impugneremo la sentenza».

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