A Chiari il secondo tempio crematorio bresciano

Il secondo tempio crematorio della provincia nascerà nel cimitero di Chiari, a circa 30 km da quello esistente nel quartiere Sant’Eufemia di Brescia. L’attesa pronuncia della Regione Lombardia è arrivata alla mezzanotte di venerdì con il decreto numero 5493 del 22 aprile con il quale il Pirellone ha ampliato la rete regionale degli impianti crematori, individuando un nuovo tempio (quello di Chiari, appunto, della capacità di 2.400 cremazioni l’anno) e autorizzando l’ampliamento di sette impianti già esistenti.
I numeri. Nei comuni di Albosaggia (So), Mantova e Como, ogni anno potranno essere cremate 1.200 salme; a Bergamo, Varese e Pavia, il numero di cremazioni è salito a 2.500, mentre a Brescia, la capacità del tempio di Sant’Eufemia passerà da 2.400 a 5mila cremazioni annue. Dopo la pubblicazione del bando lo scorso ottobre, in Regione erano pervenute 27 manifestazioni di interesse: 19 istanze per la realizzazione di nuovi impianti e otto per il potenziamento di quelli esistenti. Successivamente, tre comuni avevano presentato richiesta di revoca: Bernate Ticino, Spino D’Adda e Palazzolo, tutte accettate.
Al termine delle verifiche degli uffici della Direzione generale Welfare della Regione, delle 19 richieste di realizzazione di un nuovo impianto, solo quella di Chiari ha ottenuto il semaforo verde. «Per noi è un risultato molto rilevante - è il commento a caldo del sindaco di Chiari, Massimo Vizzardi - che testimonia il lavoro attento svolto in questi mesi. Chiari viene premiata ancora una volta per un proprio progetto, ribadendo così la centralità politica e amministrativa del nostro comune nel comprensorio».
Il tempio di Chiari sarà composto da due linee della capacità di 1.200 cremazioni ciascuna ogni anno, nascerà a ridosso del cimitero Monumentale, costerà poco più di 2 milioni e 200mila euro e dovrebbe cominciare ad operare verso la fine del 2023.
La gestione sarà totalmente pubblica, in mano alla partecipata del comune Chiari Servizi che conta, entro una decina d’anni, di ripagare l’investimento.
Il fronte del no. La decisione della Regione è stata accolta con stupore dal Comitato «No al forno crematorio a Chiari» e dal circolo locale di Legambiente, che parlano di «pesanti criticità sul fronte ambientale e sanitario». «Ribadiamo - scrivono in una nota - la nostra totale contrarietà al progetto, nonché l’intenzione di continuare, anche nei prossimi mesi e fino all’annullamento del progetto, a opporci a questo intervento con la stessa determinazione, serietà e attenzione che hanno contraddistinto la nostra azione». Preoccupazioni alle quali il sindaco Vizzardi risponde assicurando la «massima attenzione al rispetto dell’ambiente. Tutta la procedura sarà fatta in assoluta trasparenza».
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