Ambiente

UniBs, l'impegno per il clima dai ghiacciai alla Groenlandia

I Dipartimenti sono impegnati in ricerche e progetti,. Tira: «Servono scelte coraggiose»
Sui ghiacci dell’Adamello. Il rettore ha guidato la spedizione
Sui ghiacci dell’Adamello. Il rettore ha guidato la spedizione
AA

I cambiamenti climatici si combattono con i fatti, non con le parole. Da tempo l’Università Statale sta facendo la propria parte con progetti, iniziative e ricerche che vanno dagli ambienti urbani fino ai ghiacciai delle Alpi e della Groenlandia. Questa attività è riconosciuta a livello internazionale, tanto che secondo i risultati diffusi quest’anno dalla prestigiosa testata inglese Times Higher Education, l’ateneo bresciano rientra tra le prime quattrocento università al mondo impegnate su questo fronte. 

Un progetto, quello bresciano, che contribuisce a tenere i riflettori puntati su quanto si sta discutendo in questi giorni alla conferenza sul clima, la Cop26, in corso a Glasgow.

Tra le azioni che hanno avuto più risonanza e più riscontri spicca l’iniziativa «Climbing for climate», che vede tra i promotori proprio l’UniBs: alla prima edizione la Rete delle Università Sostenibili, il Club alpino italiano e il Comitato glaciologico italiano hanno firmato sul ghiacciaio la cosiddetta «Carta dell’Adamello» in difesa del clima. Quest’anno, in occasione della terza edizione dell’evento, i rettori e i delegati delle Università italiane sono saliti sul ghiacciaio del Calderone, nel cuore del Gran Sasso.

«Consapevoli del ruolo che l’Università riveste nell’educazione delle giovani generazioni e nella ricerca di soluzioni per riorientare decisamente i nostri modelli di sviluppo verso la sostenibilità - osserva il rettore Maurizio Tira - abbiamo inserito nel Piano strategico di ateneo la promozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Insieme al Ghiacciaio dell’Adamello e alla conca del Baitone, mete delle prime due edizioni dell’evento «Climbing for climate», il ghiacciaio del Calderone rappresenta un altro simbolo dell’urgenza di azioni mirate alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico.

Oggi più che mai le evidenze scientifiche hanno bisogno di scelte politiche coraggiose per vincere la sfida più impegnativa che l’umanità abbia mai dovuto affrontare». Ma questa, come si diceva, non è l’unica iniziativa. Da tempo l’ateneo porta avanti ricerche e azioni di coordinamento legate al clima, che si sono intensificate negli ultimi anni con contributi provenienti da diversi settori disciplinari. Ben prima del lancio, nel 2019, dell’iniziativa Climbing for climate per sensibilizzare l’opinione pubblica, l’Università di Brescia era impegnata nella ricerca sui temi delle azioni utili ad affrontare la crisi climatica con misure di mitigazione e adattamento.

La professoressa Giovanna Grossi, docente di Climate change adaptation and mitigation, coordina uno sportello della scienza (www.watshop.it) su «gestione, controllo e consumo sostenibile della risorsa idrica nel clima che cambia» che intende sostenere la collaborazione tra la società civile, gli enti di ricerca pubblici e privati e le aziende nell’ambito del tema specifico.

Ha effettuato un censimento della produzione scientifica dell’Università di Brescia inerente all’obiettivo di sviluppo sostenibile dell’azione per il clima dell’Agenda Onu 2030, dal quale risulta come quasi tutti i Dipartimenti siano impegnati nella ricerca su numerosi temi climatici. Tra questi figurano lo studio degli impatti del riscaldamento globale sull’equilibrio termico del lago d’Iseo, l’analisi della diminuzione dei deflussi dell’Adda e dei corsi d’acqua alpini dal 1800 ad oggi, fino ad arrivare alla mappatura della fusione della calotta glaciale della Groenlandia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia