Ambiente

Nel ghiaccio dell'Adamello la memoria della Grande Guerra: i primi esiti del progetto ClimADA

Lo dimostrano le prime analisi condotte sulla carota di ghiaccio di 224 metri estratta nel 2021 nell'ambito del progetto ClimADA
Il ghiacciaio dell'Adamello - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il ghiacciaio dell'Adamello - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il ghiacciaio dell'Adamello conserva ancora la memoria della Prima Guerra Mondiale e dei test nucleari del 1963: lo dimostrano le prime analisi condotte sulla carota di ghiaccio di 224 metri estratta nel 2021 nell'ambito del progetto ClimADA, con l'obiettivo di ricostruire l'evoluzione climatica degli ultimi secoli e l'impatto dell'uomo negli habitat di alta quota.

Il progetto

Il progetto, finanziato dalla Fondazione Cariplo, è frutto di un partenariato coordinato da Fondazione Lombardia per l'Ambiente e composto da Comunità Montana di Valle Camonica, Università di Milano-Bicocca, Politecnico di Milano e Università degli Studi di Brescia.

Le attività di analisi condotte presso l'EuroCold Lab dell'Università Bicocca hanno portato a identificare a circa 66 metri di profondità un livello scuro, spesso una decina di centimetri, che potrebbe rappresentare parte del segnale paleo-ambientale e storico del primo conflitto mondiale, combattuto in Italia tra il 1915 e il 1918. Data l'estrema importanza dell'evento, si sta procedendo a uno studio a risoluzione centimetrica dell'intervallo.

Cosa conserva il ghiaccio

Nel ghiaccio, oltre a una notevole quantità di polveri, sono preservati resti di polline di piante che crescevano a valle del ghiacciaio, carboni, spore di funghi e alghe che vivevano sul ghiacciaio. Lo studio sta fornendo importanti indicazioni sull'evoluzione temporale del periodo e sulla possibile presenza umana e di animali sul ghiacciaio. Si stanno considerando anche i materiali che costituivano i proiettili e le armi che venivano usati dalle due controparti, nel tentativo di riconoscerne la presenza in loco.

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