Ex Metalli Capra, da novembre scatta la messa in sicurezza
Se ne parla da oltre trentacinque anni, si tratta - a suon di pressing politico e istituzionale - dal 2020, si analizza e monitora l’area da altrettanto tempo.
Ora - dopo una trafila di pareri, di riunioni, tavoli di lavoro, commissariamenti, sondaggi ambientali e confronti tra enti, trattative per accaparrarsi i fondi - ci siamo: a partire dai primi giorni di novembre, alla ex Raffineria Metalli Capra inizieranno i lavori per la messa in sicurezza, un’operazione che durerà due anni e che avrà un budget di circa nove milioni di euro, fondi recuperati dalla vendita dei capannoni dell’ex fonderia nei Comuni di Montirone e Castel Mella anche grazie al pressing istituzionale innescato dal sindaco di Capriano del Colle, Stefano Sala, e «condiviso» dalla Prefettura e dell’assessore regionale all’Ambiente Giorgio Maione.
Rifiuti contaminati
La conferma arriva dal cronoprogramma, esaminato e approfondito un paio di settimane fa durante l’ultimo incontro che ha radunato tutti gli enti coinvolti nella sede dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente.
La discarica al centro dei riflettori contiene 82.500 tonnellate di rifiuti contaminati da Cesio 137. Le ultime analisi condotte dall’Arpa sui venti piezometri, posizionati sia all’interno sia all’esterno del sito per tenere sotto controllo tanto i parametri chimici quanto quelli radiologici, hanno restituito una buona notizia sul fronte radioattività: «L’attività è al di sotto della soglia critica» aveva infatti confermato il dg dell’Arpa Lombardia, Fabio Cambielli.
Entro la fine del mese la curatela fallimentare affiderà i lavori per realizzare il «bunker» in cemento armato che isolerà il materiale inquinato. In sostanza, l’azienda allestirà subito il cantiere per la costruzione di un sarcofago in argilla mista ad altri prodotti naturali e isolanti con pareti spesse circa 80 centimetri e con una profondità di 30 metri. Poi verrà posizionato un telo, in modo da sigillare ulteriormente gli scarti contaminati, e su questa copertura verranno posizionati altri 50 centimetri di argilla. In aggiunta, ci sarà un muro perimetrale che isolerà l’area: la curatela ha già completato l’acquisizione dei terreni intorno alla discarica, necessari per creare area di cantiere e recinto.
Gestione
«Finalmente, dopo 35 anni di parole metteremo questa pietra tombale sulla discarica di Capriano. Un risultato che è stato possibile grazie al grande lavoro di squadra» spiega soddisfatto il sindaco Sala, che ha iniziato a lavorare al progetto dal primo giorno del suo mandato e che, non appena sarà ufficializzato l’incarico alla ditta, organizzerà «un’assemblea pubblica per condividere il progetto con tutta la cittadinanza insieme a tutti gli enti e ai rappresentanti della Prefettura che hanno contribuito a renderlo operativo».
Tra loro, c’è anche l’assessore regionale Maione, che rimarca: «Ci siamo. Avevamo l’obiettivo di far partire la bonifica entro l’anno e stiamo rispettando i tempi. Il lavoro di squadra territoriale tra Arpa, Lombardia e Comune sta portando un risultato che i cittadini e le imprese di Capriano attendono da tempo. È un tassello importante del grande piano di bonifiche che stiamo attuando in Regione: stiamo sbloccando opere ambientali attese da decenni. Anche su Capriano del Colle le istituzioni compatte hanno dato una risposta concreta».
Cosa accadrà a lavori ultimati e chi si prenderà cura del mantenimento della ex discarica? I costi di gestione sono consistenti: per i primi cinque anni, infatti, vanno effettuati campionamenti cinque volte all’anno, per un preventivo di mezzo milione di euro. Trattandosi di una contaminazione estesa a due Comuni (l’inquinamento da metalli pesanti ha infatti «viaggiato» fino a Poncarale) - spiega Sala - «la competenza è della Regione, che a sua volta demanderà i controlli alla Provincia».
Per quanto riguarda invece il futuro dell’area, il sindaco è categorico: «Quel sito sarà recintato e diventerà un prato verde con piantumazione autoctona. Non si realizzerà mai nulla di diverso, neppure, come qualcuno ha già proposto, i pannelli fotovoltaici: siamo al centro del parco agricolo del Montenetto, con tanto di vincoli».
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