Ambiente

«Entro mezzo secolo estati da 50 gradi anche a Brescia»

È la previsione del meteorologo Luca Mercalli ospite al San Barnaba
LA TERRA NON PUO' GUARIRE
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Tra cinquant’anni la pianura Padana potrebbe arrivare ad avere lo stesso clima del Pakistan: l’estate, se così fosse, diventerebbe anche a Brescia praticamente invivibile con temperature attorno ai 50 gradi centigradi.

Questa è solo una delle numerose, scioccanti previsioni per il futuro annunciate ieri dal meteorologo e giornalista scientifico della Rai Luca Mercalli nel corso del convegno «Il futuro che vorremmo: la sfida ai cambiamenti climatici» organizzato in un auditorium San Barnaba al completo da BTL Banca in collaborazione con il Gruppo Cassa Centrale Banca e NEF con il patrocinio del Comune.

Lo scenario prospettato per la nostra città da Mercalli, il quale ha definito Brescia «particolarmente attenta al tema dei cambiamenti climatici, in quanto è la ventesima conferenza che sono invitato a tenere qui», pare quasi roseo se confrontato alle catastrofiche conseguenze che potrebbero verificarsi su scala globale qualora non ci fosse, in brevissimo tempo, un’inversione di rotta dei comportamenti umani. Il futuro della Terra e di chi la abita si gioca tutto, e in una manciata di decine di anni a venire, nella capacità di stare al di qua di quel «punto di non ritorno» che risulterebbe fatale per l’uomo e per il pianeta.

«Se si fa qualcosa nel breve le temperature arriveranno a crescere fino a 2, 3 gradi al massimo - ha spiegato Mercalli -, mentre se non si fa nulla si avranno fino a 5 gradi in più». Snocciolati così sembrano dati quasi insignificanti, ma basta pensare che «il solo grado e mezzo in più degli ultimi anni ha fatto sciogliere metà della superficie dei ghiacciai».

Il surriscaldamento del pianeta ha già scatenato i terribili incendi in Siberia e in Australia di cui si è sentito parlare nelle scorse settimane. Tornando in Italia, per avere un esempio a noi più vicino, lo scioglimento dei ghiacciai sta causando un innalzamento del livello dei mari: «di questo passo nel corso di questo secolo da Trieste a Rimini potrebbe inabissarsi tutto quanto con il conseguente spopolamento delle zone costiere e perdite enormi sotto più punti di vista» ha pronosticato il meterologo.

Il tempo per porre un freno e avviare la transizione energetica non è di certo mancato: era il 1979 quando la Natural Academy of Science prendeva coscienza degli effetti che i cambiamenti climatici avrebbero potuto generare. Ma da allora poco o nulla di veramente incisivo è stato fatto: anzi, «siamo al punto che l’accordo di Parigi siglato nel 2015 non è ancora entrato in vigore a causa dell’ennesimo veto posto dagli Stati Uniti».

E la terra, intanto, si ribella: «lo fa ora che siamo una popolazione di 7, 8 miliardi - ha osservato Mercalli -, figurarsi quando nel 2050 saremo in 10 miliardi e servirà l’equivalente di tre terre per permettere a tutti quanti di vivere». Anche questa crescita esponenziale degli abitanti, alla quale conseguirà un allargarsi della forbice tra ricchi e poveri e, quindi, un inasprirsi delle contese, contribuirà a portare l’uomo e il pianeta verso la fine. «Sono due i problemi più gravi attualmente - ha affermato Mercalli -: la possibilità di un conflitto nucleare e il riscaldamento globale».

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