Ambiente

Disastri meteo, in Italia 20mila morti negli ultimi vent'anni

Nei giorni del Cop25, dati preoccupanti per il nostro Paese, che ha subìto danni per 33 miliardi di dollari
Sempre più persone si preoccupano della salute del pianeta - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Sempre più persone si preoccupano della salute del pianeta - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Un vero bollettino di guerra che arriva quando la Cop25, la Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici dell’Onu in corso fino al 13 dicembre, è giunta al terzo giorno. Negli ultimi due decenni, dal 1999 al 2018, l’Italia ha registrato 19.947 morti riconducibili agli eventi meteorologici estremi, che nello stesso arco di tempo hanno causato perdite economiche quantificate in 32,92 miliardi di dollari. Lo riferisce Germanwatch, che ha diffuso il Climate Risk Index.

Nel solo 2018 gli eventi estremi hanno causato in Italia 51 decessi e 4,18 miliardi di dollari di perdite. Secondo il rapporto, inoltre, l’Italia, sempre nello stesso periodo, è al sesto posto nel mondo per numero di vittime causate da questi eventi estremi, e 18ª per numero di perdite economiche pro capite mentre nel complesso, nel Ventennio, l’Italia, risulta il 20° Paese più colpito dagli eventi estremi, 21° posto nel 2018. Danni anche in agricoltura con la scomparsa in cinque anni di 10 milioni di alveari nel mondo e oltre 200 mila solo in Italia.

Inoltre, ecco cosa emerge dal sesto rapporto sullo Stato dell’ambiente, pubblicato dall’Agenzia europea competente. L’Ue, si afferma nel documento, fallirà gran parte degli obiettivi sul mantenimento della biodiversità al 2020 e senza una svolta su ambiente e clima rischia di non poter raggiungere quasi tutti i target al 2030. Da qui l’attenzione rivolta all’agenda verde della Commissione von der Leyen attesa per l’11 dicembre.

E sempre dall’Ue, dopo mesi di tentativi, il Consiglio europeo della settimana prossima potrebbe finalmente appoggiare l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica (zero emissioni nette) dell’Ue entro il 2050. Il target è scritto nelle prime bozze delle conclusioni. Il documento diventerà definitivo solo dopo essere stato negoziato tra i leader Ue il 12 e 13 dicembre.

 

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