Cattivi odori, aria e fiumi «malati»: a Brescia un’emergenza ogni 3 giorni
Quello che ne esce è che i più «maltrattati» sono i nostri corsi d’acqua, dove (troppo) spesso viene riversato di tutto: dalle sostanze tossiche o colorate agli additivi, da scarti aziendali a carcasse di ogni genere. Ma a fare alzare la cornetta del telefono ai bresciani per chiedere il «pronto intervento» dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (alias: Arpa) sono anche almeno altre due rogne: i cattivi odori e le emissioni in atmosfera.
Eccolo, il podio dei tre «allarmi» principali scattati nell’ultimo anno sul nostro territorio. Un territorio che, in chiave regionale, rappresenta «l’epicentro» dell’sos ambientale: città e provincia, infatti, guidano la classifica dell’emergenza, superando anche Milano non solo per numero di segnalazioni (che vengono poi «filtrate» dai tecnici dell’Agenzia) ma anche per interventi reali. Tra città e provincia, nel 2023, è scattata in sostanza almeno un’emergenza ogni tre giorni.
Al punto che, dal 2015 ad oggi, le chiamate dirottate al numero verde (una sorta di «118 ambientale») sono più che raddoppiate, anche se (piccola nota positiva) nell’ultimo anno rispetto al precedente «si registra una lieve diminuzione», così come a Milano, Mantova, Cremona e Bergamo.
I numeri
A disegnare l’andamento 2023 è il report annuale sulle «Emergenze ambientali» in Lombardia, che si basa sull’analisi dei dati aggiornati a dicembre 2023.
Cosa emerge? Nella nostra provincia sono scattate 123 segnalazioni, che corrispondono a circa il 18% del totale regionale (pari a 687). Di queste, la metà riguarda l’inquinamento dei corsi d’acqua ((tecnicamente i «cis», corpi idrici superficiali), bistrattati da una contaminazione dovuta a una vasta gamma di problematiche: dalla presenza di schiume e idrocarburi a sostanze colorate, passando per la moria di pesci.
In questi casi la tempestività dell’intervento è essenziale: non a caso, il più delle volte viene chiesto il supporto alle Polizie locali o ai Carabinieri per il campionamento o per la ricerca della sorgente. Seguono le segnalazioni per molestie olfattive (14,56%) e le emissioni in atmosfera (12,52%). Queste tre categorie coprono più del 70% delle richieste di intervento in provincia di Brescia.
Negli ultimi cinque anni, le allerte che dalla nostra provincia sono state dirottate al numero verde sono più che raddoppiate. E a richiamare l’attenzione dei tecnici dell’Agenzia sono soprattutto i cittadini, divenuti sempre più le sentinelle del territorio.
Sotto sorveglianza
Alle emergenze estemporanee si aggiunge poi il monitoraggio dei siti contaminati già noti, quelle aree che sono cioè già isolate e «sotto sorveglianza». Un elenco che, al 31 dicembre 2023, conta ben 85 aree, al quale si devono aggiungere quelle incluse nel Sito di interesse nazionale Caffaro.
«La sensibilità ambientale in questi anni è cresciuta molto e la collaborazione tra istituzioni e cittadini è sempre più stretta - sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, Giorgio Maione -. Il lavoro che gli operatori dell’Arpa svolgono ogni giorno per la protezione ambientale è una garanzia per la Lombardia e un supporto per calibrare al meglio le politiche amministrative. La tutela di aria, acqua e suolo è necessaria in un territorio come quello bresciano che, nei decenni, ha pagato più di altri in termini ambientali. In questo mandato vogliamo sbloccare situazioni che chiedono risposte da molto tempo: bonifiche, rigenerazione urbana, adattamento ai cambiamenti climatici».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
