Ambiente

Caffaro, cromo a livelli mai visti: «Situazione gravissima»

Preoccupano gli esiti degli ultimi campionamenti effettuati da Arpa, che ora si rivolge al MInistero
Loading video...
CAFFARO, CROMO VI ALLE STELLE
AA

Il livello di cromo esavalente nella falda che scorre sotto lo stabilimento Caffaro di via Milano non è mai stato così alto. Dalle ultimi analisi, effettuate dai tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente di via Cantore lo scorso 11 gennaio, sono emersi valori di concentrazione dieci/quindici volte «maggiori di quelli rilevati nella serie storica di dati ad oggi disponibili».

A metterlo nero su bianco è stato il direttore del dipartimento Arpa di Brescia, Fabio Cambielli, che martedì sera ha inviato una nota al ministero dell’Ambiente, al commissario straordinario, alla Caffaro Brescia Srl e a tutti i soggetti coinvolti tra cui Comune e Provincia, per informarli della gravissima situazione ambientale in cui si trova il sito industriale.

Non una sorpresa, a dirla tutta, considerando la disastrosa condizione delle matrici dell’area, ma un ulteriore conferma della necessità di dover intervenire in modo tempestivo. «È necessario fare ulteriori approfondimenti - spiega Cambielli - ma abbiamo un paio di ipotesi: sono in corso i lavori di svuotamento di serbatoi che contengono soluzioni con cromo VI e parallelamente la falda in questo periodo è molto alta e le acque potrebbero aver dilavato gli strati del sottosuolo impregnati da questi veleni. Sono tutte analisi impegnative e su questo fronte un plauso va ai miei colleghi per l’enorme lavoro fatto in poco tempo».

Peziometro nel sito Caffaro - Foto © www.giornaledibrescia.it
Peziometro nel sito Caffaro - Foto © www.giornaledibrescia.it

A presentare livelli di cromo VI molto preoccupanti è in particolare il piezometro CL, ubicato all’interno del reparto clorato della Caffaro (dove sono contenute le cisterne incriminate proprio per la fuoriuscita del cromo esavalente e in via di svuotamento) che dalle rilevazioni fatte due settimane fa presentava dati pari a 1558 microgrammi/litro di cromo VI, a fronte di una media storica poco superiore ai 100 microgrammi/litro. Livelli simili sono stati misurati nel pozzo Pz9, al confine sud dello stabilimento, dove sono stati registrati 1555 microgrammi/litro di quello che è considerato uno dei più pericolosi contaminanti ambientali.

Sempre al confine sud anche il piezometro MW3_40 presenta livelli molto alti, tanto da aver indotto l’Arpa di Brescia a programmare per l’1 febbraio il campionamento dei pozzi presenti all’esterno dello stabilimento, per verificare l’estensione della contaminazione delle acque sotterranee.

Sulla vicenda l’assessore all’Ambiente del Comune di Brescia, Miriam Cominelli, preferisce non esporsi, «non prima di essermi confrontata con Arpa per capire l’origine di questi livelli così alti. Massima disponibilità a collaborare con l’Agenzia - afferma Cominelli - ma aspettiamo le verifiche ulteriori che saranno fatte per capire meglio lo stato della situazione».

La novità non stupisce invece il commissario del Sin Caffaro, Roberto Moreni, consapevole della pessima condizione della falda della città, non solo in via Milano. Oltre alla soglia così alta di Cromo VI, la nota dell’Arpa solleva un forte dubbio anche sull’efficacia della barriera idraulica, tra le possibili cause, come detto, di un così elevato livello del contaminante nelle acque sotterranee. La falda, infatti, in questi periodo, è particolarmente alta e «può - scrive Arpa - nelle attuali condizioni idrogeologiche non essere efficacemente interessata dalle attività di Mise (la barriera ndr)». Arpa invita quindi i «soggetti obbligati» a procedere all’esecuzione di ulteriori misure di messa in sicurezza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato