Al femminile

Benedette le donne modello Airbnb

Quelle signore dai capelli grigi, raccolti in fretta, che vanno in palestra. Quelle modello il cui stile dell’arredamento è più concentrato sul comfort che sull’estetica
Una palestra
Una palestra
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La canzone «Che tu sia benedetta» sembra scritta per donne che hanno imparato a tenersi stretta la vita, perché, quando ci sono cadute dentro, la vita le ha aspettate. Siano benedette le signore dai capelli grigi, raccolti in fretta, che vanno in palestra. Quelle modello Airbnb, il cui stile dell’arredamento è più concentrato sul comfort che sull’estetica.

Siano benedette soprattutto le poco sportive, quelle con le articolazioni che scrocchiano quando fanno pilates o mentre cercano di distendere i muscoli con la ginnastica posturale. Le riconosci subito: arrivano puntuali senza un filo di trucco, indossano vecchie tute, a volte smesse dalle figlie o magliette grandi e un po’ sbrindellate per essere minimamente attraenti.

Se qualcuna decide di concedersi un «colpo di vita», ne acquista una nuova. Di solito preferisce solo i pantaloni, scegliendo fra dei colori scuri e con comode tasche. La prima volta che arrivano in palestra sembrano un po’ smarrite: ci mettono qualche settimana prima di coordinare i movimenti, ma poi non le ferma più nessuno. In quell’ambiente che puzza di gomma e di sudore faticano ad ambientarsi. A dirla tutta, si sentono più a loro agio al Brico che con la scheda degli esercizi in mano. Ad alcune, in quel luogo che odora di chiuso, oltre a conoscersi, parlare e sudare, qualche rara volta capita di incontrare l’anima gemella.

D’altra parte, innamorarsi è come riuscire a distinguere l’umami: il quinto gusto, quello che i cuochi dicono si trovi a metà tra il dolce e il salato, tra l’acido e l’amaro. Insomma, il gusto persistente di certe salse che dona rotondità al sapore dei piatti. La stessa cosa può accadere anche in palestra.

Dopo una certa età, mentre i desideri diventano tondi come uova, le donne affondano il cuore nello zucchero. Riescono a stare bene anche in una stanza senza attrezzature affittata da una associazione per donne operate al seno. Quell’ambiente diventa un posto dove entrare sorridendo, fare movimento dolce ascoltando musica degli anni ’80 e dedicando un po’ di tempo solo a sé stesse.

Che sia benedetta la palestra quando diventa come un bene di conforto. Un posto dove incontrare amiche intuendo le cicatrici nascoste e ci si può guardare dicendo: «adesso stai davvero bene». Poi, all’uscita, fermarsi in pasticceria e dividersi una fetta di torta perché è dolce tenersi stretta la vita.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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