Albina, in edicola il 27 aprile 1945 a vendere le prime copie del GdB

La signora Comensoli ha 96 anni, vive a Darfo e il legame con il nostro giornale dura fin dalla nascita del quotidiano
Albina Comensoli con la prima edizione del GdB - © www.giornaledibrescia.it
Albina Comensoli con la prima edizione del GdB - © www.giornaledibrescia.it
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Quando nel 1945 finisce la guerra Brescia è una città profondamente ferita: case e fabbriche distrutte, migliaia gli sfollati. Eppure, nonostante tutto, la speranza non è persa, la voglia di ripartire è forte. Le rotative del nuovo giornale iniziano a girare, il 27 aprile 1945 ecco la storica prima edizione del Giornale di Brescia. Il titolo, nella sua stringata semplicità, è straordinariamente potente: «Brescia è libera». Nato come organo del Comitato di Liberazione nazionale, costa una lira e ha due sole facciate;giorno dopo giorno cresce e si struttura con una distribuzione che si allarga alla provincia.

Le copie arrivano così anche nell’edicola di Darfo gestita da Pietro Comensoli (che ha iniziato l’attività di edicolante nel 1940), con lui c’è anche la sua giovane figlia. Quell’Albina (96 anni compiuti nei giorni scorsi) che ottant’anni dopo ci accoglie nella sua casa di Corna di Darfo con sulle spalle una vita vissuta intensamente e negli occhi (e nello spirito) lo stesso entusiasmo di sempre. «Mi hanno sempre chiamata la comandante, e lo sono ancora», precisa subito per sgombrare il campo da dubbi.

Ricordi

Albina vive in una grande casa, al piano terra il ricordo dell’officina gestita dal marito e del negozio di biciclette e motorini dove lei era la vera regina: «Ho sempre dato del lei a tutti i nostri collaboratori, davo rispetto e lo pretendevo anche nei miei confronti».

Madre e nonna di Albina Comensoli
Madre e nonna di Albina Comensoli

Attività queste che sono arrivate dopo il matrimonio, prima c’è stata (appunto) l’edicola. «Ho dei ricordi bellissimi di quel periodo - racconta -, papà aveva una grande passione per quel lavoro, una passione che trasmetteva anche a noi familiari». E allora ecco alcune fotografie in bianco e nero, in una ci sono la mamma e la nonna di Albina, in un’altra papà che fa le consegne in bicicletta.

Quando andò in pensione il Giornale di Brescia gli dedicò un articolo. «Il "Piero dei giornali" - scrivevamo -, simpatica figura valligiana, non è stato un anonimo edicolante dietro lo sportello, ma un attivo e scrupoloso distributore della stampa quotidiana e periodica». Pietro Comensoli aveva sposato Caterina Comensoli, erano originari di Mu di Edolo, comune dove (come si può facilmente intuire) il cognome Comensoli è particolarmente diffuso. Ma Comensoli è anche il cognome di una santa camuna: suor Geltrude. «Ma lei era di Bienno, quelli sono altri Comensoli» precisa subito Albina, perché con le proprie radici (e il campanilismo) non si scherza.

Entusiasmo

Il Giornale di Brescia ha compiuto quest’anno ottant’anni, e per tutti questi decenni è stato compagno fedele di Albina e della sua famiglia. «Lo leggo tutti i giorni», ci racconta: la sua copia le arriva direttamente a casa. Una casa grande, piena di oggetti, mobili e ricordi, che trasuda storia e fascino; dove in ogni stanza, puoi intuire la vita che vi è trascorsa nei decenni.

Albina ha avuto cinque figli, poi sono arrivati i nipoti e i pronipoti; da dieci anni è vedova, vive da sola. «Sono totalmente autonoma» dice per fugare ogni dubbio. E ancora: «Mangio poco di tutto, bevo un caffè al giorno, la sera una tazza di brodo o di latte». Beve vino? «No, al massimo ne metto un po’ quando cucino». Ride quando le chiediamo il segreto per arrivare alla sua età in forma e con una mente così fresca. Proprio quel «fresca» le offre lo spunto: «Sarà perché da sempre dormo al freddo». Evidentemente così si preservano le bollette e la salute, come diceva quello: provare per credere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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