Accadde oggi: il 4 maggio 2015 l’Albero della Vita incantò Expo

A dieci anni da Expo Milano 2015, l’Albero della Vita resta per molti un ricordo indelebile, unico simbolo iconico dell’esposizione universale milanese che aveva per titolo «Nutrire il pianeta, energia per la vita». Alto 37 metri, interamente costruito in acciaio e legno, collocato al centro del Lake Arena, davanti al Padiglione Italia, l’Albero dei bresciani è riuscito ad incantare milioni e milioni di visitatori con spettacoli di cinque minuti, allo scoccare di ogni ora.
Venne realizzato dalle 19 aziende del Consorzio Orgoglio Brescia in tempi record; superando avversità burocratiche, secondo rigide tabelle di marcia, senza infortuni, senza rilievi sulla qualità del lavoro. Un’impresa che nessun altro ha saputo e voluto cogliere e che si è trasformata nel simbolo di un’Italia che funziona, emblema della missione impossibile, resa possibile da un raggruppamento di imprese bresciane.
«L’albero è stato un modello inedito di fare sistema tra aziende – spiegava Giancarlo Turati in una intervista rilasciata nel 2020 al Giornale di Brescia –. Anche con il Coronavirus, Brescia ha gestito la lezione nello stesso modo. Appena abbiamo capito che non sarebbe stata una semplice influenza siamo partiti lancia in resta e abbiamo raccolto una cifra enorme per i nostri ospedali: l’orgoglio delle giornate di Expo 2015 è diventato il coraggio di AiutiAmo Brescia».
Il giro del mondo
L’Albero della Vita, ideato dall’archistar Marco Balic, venne presentato per la prima volta agli italiani il 30 aprile 2015 con un concerto di Andrea Bocelli, trasmesso in diretta su Rai Uno. Nei sei mesi di esposizione fece il giro del mondo in programmi televisivi; in milioni lo fotografarono e postarono su social. L’icona piacque a tal punto che quell’anno l’hashtag #alberodellavita superò ad un certo punto anche il ben più universale e tradizionale #alberodinatale».
Ma il vero record era rappresentato da quella torre da 150 tonnellate d’acciaio e carbonio ricoperta da 240 metri quadri di larice siberiano, eretta dai bresciani in soli 90 giorni di lavorazione in cantiere.

Tornio e gigabyte
Solo risalendo i 144 gradini della scala a chiocciola all’interno dell’Albero era infatti possibile rendersi conto del grande lavoro realizzato e della tecnologia installata dai bresciani. La struttura al suo interno era attraversata da qualcosa come 25 chilometri di cavi: luci, macchine del fumo, ombrelli, bolle di sapone, comandati da una rete di trasmissioni dati Lan di elevata potenza.
La rinascita
Dopo 10 anni di letargo, ora l’Albero della Vita potrebbe rifiorire ed tornare ad illuminarsi. A consentire la completa ristrutturazione del simbolo di Expo 2015, è infatti un finanziamento che il Ministero dell’Economia ha concesso al Comune di Milano nell’ambito del progetto Mind, Milano Innovation District, un hub futuristico dedicato a innovazione e ricerca.
I lavori sono già in corso. Sul milione di metri quadrati situati a cavallo tra Milano e Rho c’è una frenesia di cantieri. Quando sarà completato il progetto a Mind lavoreranno, studieranno e faranno ricerca oltre 70mila persone.
L’obiettivo è riattivare l’Albero della Vita per l’autunno del 2027, trasformando la grande piazza in un luogo di aggregazione per gli studenti che frequenteranno i corsi universitari. L’albero, orgoglio dei bresciani, potrà così tornare a fare spettacoli e a essere un punto di riferimento.
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