Loggia, Cubo bianco via dal bilancio

Un emendamento del sindaco lo elimina dal piano pluriennale assieme alla Piccola velocità: «Mancano le progettazioni preliminari».
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Stralciati. Non solo dal bilancio di previsione 2012, ma anche dal programma triennale 2012-2014, entrambi al centro del Consiglio comunale di lunedì. Questo il destino che accomuna tre progetti - due dei quali tra i più discussi - del Comune: lo scalo merci Piccola velocità (o, meglio, gli interventi di bonifica delle aree inquinate per la realizzazione dell'infrastruttura); il Cubo bianco (la sala studio progettata per piazza Rovetta) e il centro polifunzionale previsto in via Milano. A sancirlo, sarà un emendamento presentato dallo stesso sindaco Paroli, presentato giovedì nel corso della riunione capigruppo.

Tre progetti, tre «sospensioni», stesso motivo: l'inclusione di un'opera all'interno del bilancio annuale per i lavori di importo inferiore al milione di euro è «subordinata all'approvazione di uno studio di fattibilità». È questo il caso, ad esempio, del centro polifunzionale di via Milano: inserito nel piano di recupero dedicato, la sua realizzazione era stimata in 450mila euro. Stesso discorso per quanto riguarda gli interventi di bonifica alla Piccola velocità, necessari per la riqualificazione dello scalo intermodale (1,5 milioni di euro) e Cubo bianco (2,2 milioni di euro). «Per i lavori di importo superiore al milione di euro - recita infatti il comma 6 dell'articolo 128 del decreto legislativo del 12 aprile 2006 - l'inserimento a bilancio è subordinato all'approvazione della progettazione preliminare». «Rilevata la necessità di eliminare dagli schemi del programma triennale 2012-2014 e dall'elenco annuale 2012 i lavori in oggetto - recita l'emendamento - vanno a ridursi conseguentemente le previsioni di spesa in conto capitale di 4.150.000 euro».
Nessuna volontà politica, dunque, alla base della scelta. Nella conferenza capigruppo si è parlato piuttosto di un «errore formale». Un errore che costerà però - se non un punto fermo definitivo - almeno tre puntini di sospensione sul capitolo tempi, ovvero un rallentamento della tabella di marcia che accompagnava le tre opere pubbliche. Quello che il Consiglio comunale si troverà a votare lunedì - tengono a sottolineare i capigruppo di maggioranza - non è detto che sia però uno stop definitivo. Progettazioni preliminari alla mano, infatti, tanto il centro polifunzionale, quanto Cubo bianco e Piccola velocità potranno - attraverso una variazione di bilancio - essere al più presto reinserite nel rendiconto.
E se da un lato la battuta d'arresto sulla struttura di via Milano e sul dibattuto progetto di riqualificazione di largo Formentone potrebbe anche incontrare il sorriso e la soddisfazione di chi, da sempre, si è detto contrario, dall'altro si riapre la ferita legata invece al capitolo Piccola velocità.
Dopo quattordici anni, due accordi formali e un teorema di tavoli tecnici - territoriali, provinciali, regionali, nazionali, sindacali - per il via (preliminare) al rilancio dello scalo merci mancano ancora due firme. E il progetto continua a rimanere in sospeso, perso nel limbo delle procedure burocratiche. A sbloccare un iter sempre più inceppato e a sollecitare l'intesa tra Loggia e Ferrovie non è riuscito neppure il «Piano nazionale della logistica», in cui Brescia era stata inserita (ad interessarsene era stato direttamente l'allora sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia). Alle cabine di regia del progetto - insieme all'assessore alle Attività produttive, Maurizio Margaroli - c'è l'assessore Paola Vilardi, a capo dell'Urbanistica, il settore che negli ultimi mesi si è visto alle prese con la stesura di una convenzione che potesse tenere insieme impegni, tutele e oneri. Alla fine il testo c'era. Ma con uno spazio bianco non indifferente: la firma delle Ferrovie. Le stesse Ferrovie che, sui tavoli romani, hanno scelto però di investire proprio su Brescia.
In particolare, l'impegno di Fs Logistica dovrebbe riguardare la realizzazione di magazzini, piazzali, uffici e opere di mitigazione ambientale per un investimento complessivo pari a 48 milioni di euro. Con un tessuto imprenditoriale specializzato nelle produzioni pesanti (siderurgia, metalli non ferrosi), il Bresciano raccoglie 16mila imprese manifatturiere. E quasi un terzo del fatturato riguarda le esportazioni.
Un flusso di merce importante che ogni giorno si riversa sulle strade causando ritardi nella catena del trasporto. E che ora attende di essere alleggerito.
Senza però riuscire, a distanza di quattordici anni, a rompere questa attesa.

Nuri Fatolahzadeh

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