Studenti, docenti, cartoni animati

Università.
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Se qualcuno mi chiedesse di spiegare ad un bambino come funziona l'università nel nostro Paese credo che utilizzerei le immagini dei cartoni animati per semplificare i concetti. Ogni anno migliaia di studenti si accalcano ai cancelli delle varie facoltà universitarie senza numero chiuso con la convinzione che il diritto allo studio si possa tradurre con l'accesso in massa alle facoltà aperte, questi studenti ricordano i teneri dalmata della «Carica dei 101»: tanti, giovani, rumorosi e spavaldi convinti che parcheggiandosi in università (perlopiù a giurisprudenza ed economia) si possano considerare adulti. La scelta del percorso universitario non è cosa da poco, soprattutto se lungo la strada si incontrano le «Sirene di Ulisse» che tentano diabolicamente di attrarre iscritti a facoltà al limite del comico: al richiamo del loro canto soave «venite ragazzi, da noi si studia poco, le materie sono facili e divertenti e con il minimo sforzo sarete anche voi dottori», attirano i poveri diplomati (magari i più confusi sul loro futuro). Le vigliacche tuttavia dimenticano spesso di cantare la strofa successiva che recita «non troverete mai il lavoro per cui avete studiato, il vostro titolo di dott. sarà inspendibile e maledirete il giorno che ci avete dato retta!». Una volta iscritti poi si incontrano alcuni docenti che assomigliano molto al «Brucaliffo» di Alice nel Paese delle Meraviglie, poiché propinano una serie infinita di nozioni, a volte fumose e confuse, da imparare a memoria senza poterle mettere in pratica per anni. Ogni tanto capita che qualche ministro travestito da «strega cattiva» cerchi di cambiare l'ormai obsoleto sistema universitario, ma ecco spuntare puntuali come un orologio svizzero, una marea di inutili e fastidiosi «Trolls» inferociti che fanno un gran baccano per evitare che qualcosa migliori e per assicurarsi che resti tutto com'è!

Mariachiara Fornasari
Consigliere comunale gruppo Pdl
Brescia


È proprio una descrizione da cartone animato e mi domando se racconta la sua esperienza universitaria. Conosco l'università, i suoi problemi, i docenti e gli studenti che quotidianamente li vivono. Non meritano una tale banalizzazione. Nemmeno il ministro che sta tentando di fare il possibile per introdurre una qualche riforma.

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