«Zona franca» addio: arriva l’Irpef anche a Sarezzo

Il Comune l’ha introdotta con l’aliquota dello 0,75% per chi ha un reddito superiore ai 15mila euro
La sede del Comune di Sarezzo - © www.giornaledibrescia.it
La sede del Comune di Sarezzo - © www.giornaledibrescia.it
AA

Era rimasta l’unica «zona franca» valtriumplina sopra i 3.000 abitanti in cui il Comune non faceva pagare l’Irpef ai suoi cittadini. Un privilegio di cui, a partire dal 2020, parte dei saretini non potranno più godere. «Il progressivo taglio dei trasferimenti statali così come l’aleatorietà degli oneri di urbanizzazione che spetta al Comune incassare ci vede costretti, sebbene a malincuore, a introdurre il pagamento dell’Irpef per far fronte agli equilibri di bilancio e concretizzare alcuni investimenti tralasciati negli scorsi anni e ormai non più rinviabili», hanno spiegato il sindaco Donatella Ongaro e il suo vice Massimo Ottelli presentando il bilancio di previsione 2020/2022 in occasione del Consiglio comunale dello scorso martedì.

L’imposta non graverà però sulle tasche di tutti i cittadini: è infatti prevista l’esenzione per coloro che percepiscono un reddito fino ai 15.000 euro. Ciò consentirà a 3.500 persone, pari al 37,5% della popolazione, su un totale di 9.370 contribuenti, di non essere assoggettati all’addizionale. Per tutti gli altri, ovvero coloro il cui reddito supera i 15.000 euro, l’aliquota è fissa allo 0,75%. Con questi dati alla mano l’Amministrazione Ongaro ha ottenuto a bilancio una previsione di entrata di un milione 240mila euro per il solo 2020. L’utilizzo. Denaro che sarà utilizzato, tra le altre cose, per la riqualificazione della viabilità di Ponte Zanano (il cui importo totale si aggira attorno ai 2 milioni di euro), la sistemazione della piazza di Sarezzo e la manutenzione straordinaria di gran parte delle strade del territorio tra asfalti, marciapiedi, segnaletica orizzontale e verticale (per circa 1 milione di euro).

Una decisione «sofferta ma necessaria», quella di introdurre l’addizionale Irpef, che Ongaro e la sua squadra sono stati i primi ad adottare nella storia del comune triumplino. L’ordinamento dell’ente prevede infatti sin dal 1997 la possibilità di far pagare questa imposta che, se fosse stata incassata, avrebbe visto entrare nelle casse comunali circa 20 milioni in 20 anni. «Dal 2015 al 2019 si è riusciti a mantenere il bilancio in equilibrio con le entrate straordinarie dovute all’accertamento dei tributi, che d’ora in poi non fanno prevedere somme importanti  - ha spiegato Ongaro - e grazie ai proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione, in continua riduzione, che sono stati in gran parte utilizzati per le spese correnti e che ora riteniamo opportuno destinare interamente agli investmenti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia