Vasca per contenere le piene del Garza, riuscito il collaudo

Il test per far defluire l’acqua del fiume dentro il grande invaso: raggiunto il livello di 4,8 metri
La vasca. Potrà contenere fino a 144mila metri cubi di acqua
La vasca. Potrà contenere fino a 144mila metri cubi di acqua
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C’è voluto un mese e mezzo, ma il collaudo della vasca volano è finalmente andato in porto. Se fino a qualche giorno fa l’acqua che scorreva nel Garza non era sufficiente per colmare l’enorme invaso e per testarne quindi il corretto funzionamento, le abbondanti piogge e la nevicata di domenica e di lunedì hanno gonfiato l’alveo del torrente. Sono così partite a pieno ritmo le operazioni per riempire la vasca progettata per prevenire il rischio di esondazioni del fiume.

L’operazione. L’invaso può contenere fino a 144mila metri cubi di acqua. Poco oltre il suo imbocco il letto del fiume è stato sbarrato per mezzo di tubi all’interno dei quali sono stati gonfiati dei palloni aerostatici con lo scopo di impedire il passaggio dell’acqua. Quest’ultima ha iniziato quindi a confluire all’interno dell’invaso fino a raggiungere ieri i 4 metri e 80 centimetri di livello.

Nei prossimi giorni si avrà il processo inverso, con lo svuotamento che avverrà aprendo le bocche di deflusso per restituire progressivamente l’acqua al letto del fiume. «Siamo soddisfatti, è andato tutto come ci aspettavamo - commenta l’assessore ai Lavori pubblici Carlo Ramazzini - il cruccio era che le sponde a ovest, quelle verso via San Giuseppe, essendo in elevato, potessero non tenere la pressione, essendo il terreno inclinato, Ma il test ha rivelato che la tenuta c’è». 

Emergenze. Nel malaugurato caso in cui l’opera dovesse tornare utile - si pensi, per esempio, alle piene del Garza del 1990 e del 1992 - la piena del fiume andrebbe a sbattere contro alcune barriere, progettate per far sì che parte dell’acqua continui il suo normale corso e la restante finisca nella vasca di laminazione. Sopra queste barriere sono posizionati dei sensori laser che rimandano i dati a una centralina affiancata da un pluviometro: quando il livello dell’acqua inizia a essere fuori dalla norma scatta un allarme che mette in moto anzitutto la Protezione civile.

I volontari hanno il compito di chiudere i cancelli del parco e assicurarsi che nessuno sia in pericolo. A calamità finita l’acqua viene reimmessa progressivamente nel Garza aprendo le bocche di deflusso modulabili in base alla portata che il fiume può sopportare in quel momento. Il collaudo della vasca arriva qualche mese dopo quello sul by-pass del ponte romano di San Cesario. Le due opere sono costate 4 milioni e 433mila euro finanziate dal Ministero dell’ambiente e dalla Regione.

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