Uno spazio multisensoriale come terapia per i disabili

La trasformazione di una vecchia sala riunioni per regalare sensazioni nuove utili alla terapia
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Una sala multisensoriale che possa migliorare il benessere emotivo e la qualità della vita delle persone disabili. È questo il progetto che si sta realizzando alla Rsd «Firmo Tomaso» di Villa Carcina, dove, entro l’estate, partirà per i 43 ospiti residenti nella struttura un servizio attento ai loro bisogni psico-sensoriali, il tutto tramite la realizzazione di uno spazio appositamente attrezzato con strumentazioni di tipo sonoro e tattile, in grado di infondere nei pazienti un profondo stato di rilassamento.

«Il fulcro di questa struttura sarà il lettino sonoro inventato dall’architetto bresciano Alfredo Bigogno e già utilizzato in strutture come quella della Fondazione Sospiro di via Mantova a Brescia - spiega il direttore della Rsd, Maurizio Vivaldi -. Abbiamo deciso di riutilizzare una vecchia sala riunioni per creare questo spazio, persuasi dagli ottimi risultati che questo tipo di terapie stanno avendo, in particolare su persone affette da disabilità».

La stanza multisensoriale sarà un luogo in cui gli operatori, attraverso diverse tipologie di stimolazioni legate alla postura, alle immagini, i suoni, gli odori, cercheranno di influire in modo benefico sul comportamento e sul benessere dei pazienti, rispondendo in vario modo ai diversi aspetti del più generale bisogno di sentirsi protetti. Vi saranno per questo strumenti quali poltrone, particolari materassi, un lettino in legno, un videoproiettore, il pavimento in gomma, tutti ideati per questo tipo di terapie. Tale progetto ha un costo complessivo di 12mila euro, di cui 10mila per l’impiantistica e gli adattamenti strutturali della stanza e 2mila per la formazione del personale della Rsd. «Abbiamo già iniziato a formare i nostri operatori all’utilizzo della strumentazione - conclude Vivaldi -. Per sostenere la nostra iniziativa, l’oratorio di Cogozzo ha inoltre organizzato, per domenica 19 marzo, uno spiedo a cui è invitata tutta la comunità e il cui ricavato andrà proprio ad aiutarci nel sostenere tali spese. Saremo inoltre infinitamente grati a chiunque altro decidesse di darci una mano sotto questo punto di vista». 

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