«Sotto l’albero tutto si copre», in arrivo il nuovo album di Elia Piana

Il lavoro del musicista bresciano utilizza suoni di strumenti antichi processati con apparecchiature moderne
L'album verrà distribuito in audiocassetta
L'album verrà distribuito in audiocassetta
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Suoni di strumenti antichi processati con apparecchiature moderne per creare melodie dagli echi primitivi e che affondino le loro radici nella materia. Sono questi gli ingredienti di «Sotto l’albero tutto si copre», il nuovo album di Elia Piana, artista originario di Brozzo di Marcheno, che verrà reso disponibile nelle prossime settimane.

«Si tratta di un lavoro nato nell’autunno scorso dalla registrazione di alcuni suoni della collezione privata di Carlo Fasser a Brescia – ha raccontato –: strumenti a corda, a fiato, a percussione, provenienti da diverse epoche e tradizioni culturali, con suoni raccolti quasi per caso e senza un particolare schema melodico in mente. Per mesi sono rimasti inutilizzati, poi ho iniziato a lavorarli e li ho sintetizzati nei quindici brani che comporranno le cassette».

L’album, prodotto dall’etichetta greca Dasa Tapes – sul cui sito è già possibile ascoltare i brani e pre ordinare la cassetta-, prende il suo nome da un haiku giapponese di Matsuo Basho, e fa riferimento all’idea di una bellezza recondita e sottesa: sia nei brani stessi, dove la melodia viene circondata da altri suoni organici, che nella vita di tutti i giorni, dove spesso le cose più preziose vengono nascoste.

Per Elia, classe 1990, la musica è una compagna di viaggio da tanti anni: dalla chitarra nei gruppi di paese, al canto, passando per un duo grunge con un amico fino alla folgorazione con la musica elettronica nel 2010. «Non mi trovo mai a mio agio con una definizione diretta del tipo di musica che faccio – ha ammesso – ma se dovessi trovare un’etichetta per me ora parlerei di musica organica. Un tipo di musica che ha continui riferimenti alla materia, con suoni primitivi e una forte relazione con ciò che è natura. I brani dell’album sono tutti molto brevi, come delle fotografie: hanno titoli che alternano numeri a suoni onomatopeici come Amama, Ebebe, Ilili, e l’ultimo è il numero 8, benché i brani siano quindici, per dare un’idea di ciclicità».

Si tratta del secondo album per l’artista valtrumplino – il primo «Sospeso» è stato prodotto e autopubblicato nel 2020 in piena pandemia – che nella vita alterna la musica alla professione di fisioterapista, che esercita nel suo studio e per la squadra di calcio del Valtrompia. «Io e la mia compagna, Serena Elisa Trezzi, da qualche anno portiamo avanti anche un progetto nelle biblioteche e nelle scuole elementari del territorio – ha chiosato Elia – che si chiama “il canto della natura”: si tratta di una serie di laboratori sperimentali di approccio alla musica con registrazioni di suoni, momenti di ascolto e osservazione, per dimostrare ai più piccoli che esistono tanti modi di diventare musicisti».

Progetti per il futuro? Elia si appoggia alla filosofia giapponese, della quale è un estimatore e appassionato. «C’è l’idea del rifuggire il fare per fare: la mia è musica che nasce senza per forza avere uno scopo particolare o la necessità di un giudizio esterno».

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