Salvato e restituito ai boschi un cervo a Pezzaze

Il grande esemplare si aggirava ieri a Lavone: ora è tornato a casa grazie agli agenti della Provinciale
Il cervo ritorna tra i boschi
AA

Maestoso, bellissimo, elegante ma terrorizzato. E decisamente fuori dal suo habitat naturale: il bosco. Quanto piuttosto a spasso concitato fra i bar e una fabbrica di legnami. Brutta avventura e lieto fine per un cervo maschio di grosse dimensioni che, nella tarda mattinata di ieri, è stato avvistato a Lavone di Pezzaze, in Alta Valtrompia.

La segnalazione riguardante la presenza del bellissimo esemplare di ungulato è giunta alla Polizia provinciale: in molti hanno notato lo spaventatissimo cervo «urbano» aggirarsi nel piazzale antistante il bar Beautiful, nella zona di via Don Piotti. A telefonare alle giacche verdi, intorno alle 12.30, anche lo stesso titolare dell’esercizio, davanti al quale si aggirava l’animale spiazzato e visibilmente spaventato. Alcuni cani, infatti, si sono messi ad inseguirlo. Tanto che il cervo ha cercato rifugio nei piazzali della ditta Ecogest - Gatta Legnami, che affacciano sulla stessa sp 345.

Gli uomini della Polizia Provinciale hanno cercato dapprima di «spingere» il cervo a riprendere autonomamente la via del bosco. Ma, constata l’impossibilità di svolgere l’operazione in sicurezza, gli agenti hanno deciso di contattare il servizio Veterinario dell’Ats di Brescia per poter sedare e poi trasferire l’animale nei boschi evitando che potesse in qualche modo ferirsi.

Così, grazie alla collaborazione del personale della Ecogest-Gatta Legno sì è riusciti ad addormentare l’animale. Si è poi messo all’opera il veterinario dell’Ats, che ha accertato le buone condizioni fisiche del cervo. Infine, grazie all’utilizzo di un muletto il cervo, un maschio di circa 5 anni e del peso di 160 chili, è stato trasportato nella vicina località Bagne, dove dopo un riposino di circa due ore si è risvegliato ed ha riconquistato le pendici del monte Pena. Sul posto nelle prime fasi anche Carabinieri e Forestali.

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia