Rapina in banca a Gardone Valtrompia: i due siciliani autori anche di altri colpi

Il colpo sfumato sul più bello, quando il gruppo già aveva in mano il bottino, sarebbe solo l’ultimo di una serie. Almeno per quanto riguarda gli elementi di spicco della banda.
Ne sono convinti gli inquirenti che stanno ricostruendo gli ultimi mesi dei due siciliani di 32 e 41 anni arrestati dopo la rapina messa a segno venerdì alla filiale della Cassa Padana di Gardone Valtrompia e fruttata 100mila euro. Denaro che i Carabinieri hanno ritrovato e già riconsegnato all’istituto di credito. I due, residenti a Palermo, non era la prima volta che mettevano piede nel Bresciano. Chi indaga è convinto che abbiano affrontato altre trasferte in provincia e commesso furti e rapine nella zona della Valtrompia.
Il colpo di venerdì in banca, con taglierino alla mano per minacciare i dipendenti, era stato quindi organizzato per tempo. I due avevano scelto come appoggio l’abitazione a Polaveno di un conoscente, un altro siciliano che non risulta essere iscritto nel registro degli indagati. L’appartamento è stato perquisito venerdì al momento dell’arresto del 32enne e del 41enne, che questa mattina in carcere a Canton Mombello compariranno davanti al giudice delle indagini preliminari per l’interrogatorio di convalida. Possibile che decidano di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Da capire invece cosa farà la donna che è stata arrestata con loro e che sempre questa mattina sarà interrogata. Si tratta di una 48enne bresciana, mamma di due figli e già nonna, residente a Gardone Valtrompia in un’abitazione, controllata dai carabinieri, e che rispetto ai due complici è incensurata. Venerdì ha fatto da autista. Era infatti alla guida della vettura che ha portato i due rapinatori lontano - ma non troppo visto come è andata a finire la fuga - dalla filiale presa di mira. Gli inquirenti stanno ricostruendo in queste ore i legami che ci sono tra lei e i due autori materiali del colpo. Se i due siciliani erano già sotto i riflettori degli inquirenti, lo stesso non si può dire per la donna bresciana. Comparsa sulla scena solo per il colpo in banca.
Non è immaginabile che la 48enne abbia deciso di mettersi al servizio dei malviventi per spirito di servizio. La convinzione è che lo abbia fatto per soldi e che parte dei 100mila euro sarebbero dovuti andare proprio a lei. Mamma, nonna e per un giorno autista di due rapinatori. E ora in carcere.
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