Polvere corrosiva dalla Glisenti: decine di auto arrugginite

Il fatto accaduto a maggio e nessuno ha denunciato. L’ira del Comune:«Una vicenda assurda»
Un carrozziere al lavoro (archivio) -  © www.giornaledibrescia.it
Un carrozziere al lavoro (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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È veramente ironico che in un paese in cui si parla da ben due anni di cattivi odori nell’atmosfera causati dal massiccio comparto industriale presente, con lamentele accese, tavoli di confronto e ripetute indagini degli enti preposti, nessuno abbia deciso di denunciare per oltre un mese l’emissione di polvere ferrosa fuoriuscita dagli impianti delle Fonderie Glisenti a Pregno. 

Il fatto risale a metà di maggio quando un guasto a un impianto di filtrazione ha causato la fuoriscita massiccia di polvere ferrosa, per un livello, a quanto riferito dall’azienda, molto prossimo (ma comunque leggermente inferiore) ai limiti stabiliti dalla legge, fissati a 10 milligrammi per metro cubo di aria. Tale sostanza, sospinta dai venti, si è poi diffusa nell’atmosfera e si è depositata in particolare sulle auto dei dipendenti e dei cittadini, arrugginendone la carrozzeria. L’azienda, fatti i dovuti controlli interni, ha così deciso di pagare a tutti coloro che ne avessero fatto richiesta (svariate decine di persone) la riparazione dei danni subiti presso carrozzieri convenzionati, il tutto senza che nessuna autorità pubblica ne avesse notizia.

«È un fatto veramente assurdo - sbotta l’assessore all’Ambiente Anna Rizzinelli -. Siamo venuti a conoscenza dei fatti solo da voci di corridoio e immediatamente abbiano convocato i vertici aziendali, che hanno ammesso il fatto. Ora abbiamo informato tutti gli enti preposti alla salute dei cittadini che svolgeranno le indagini, ma pare incredibile che, in un paese in cui tutti si lamentano per cose di poco conto, nessuna delle decine (ma forse centinaia) di persone coinvolte abbia sporto denuncia».

Oltre alla possibile pericolosità del fatto per la salute dei cittadini (tutta da valutare e attualmente al vaglio dell’Arpa e di Ats), pare davvero incredibile il silenzio aleggiato attorno a questa vicenda. «Dalle nostre analisi non emergevano pericoli per la salute perché si trattava di polveri molto pesanti, non inalabili - fanno sapere dalla direzione -. Non ci siamo rivolti al Comune perché comunque i limiti di legge erano stati rispettati. Tuttavia, riconoscendo il danno causato ad alcuni cittadini, abbiamo pensato di risolvere la cosa in via amichevole finanziando la riparazione delle loro automobili». Ma ora il Comune vuole fare chiarezza sulla vicenda. 

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