Pedone investito a Zanano, la vittima è Pierluigi Reboldi

Il 61enne era con la moglie a fare la spesa. Si è allontanato per comprare le sigarette, ma è stato travolto sulle strisce pedonali
PEDONE TRAVOLTO E UCCISO
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Era al discount con la moglie, gli ultimi acquisti di un sabato come tanti, poco prima dell’ora di pranzo. L’ha salutata per allontanarsi pochi minuti, il tempo di raggiungere la tabaccheria e tornare sui suoi passi. Ma proprio sulla ex Statale 345 che taglia in due Ponte Zanano lo attendeva un tragico destino: Pierluigi Reboldi, di casa poco lontano, 62 anni da compiere a giorni, è stato investito alle 12.30 mentre attraversava sulle strisce pedonali la strada. A travolgerlo una Fiat 500 condotta da una giovane.

Forse una distrazione, forse la vista del pedone che sopraggiungeva quando era ormai troppo tardi: non si sa, quel che è certo è che l’impatto con la vettura, diretta verso l’Alta Valtrompia, è stato devastante per Reboldi. L’uomo è stato sbalzato dal cofano della piccola utilitaria sull’asfalto, riverso in una pozza di sangue. A documentare la violenza dell’urto il parabrezza dell’automobile, trasformato in una ragnatela di vetro. Per il 61enne vana la corsa al vicino ospedale di Gardone Valtrompia.

 

Pierluigi Reboldi è deceduto prima dell'arrivo in ospedale - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
Pierluigi Reboldi è deceduto prima dell'arrivo in ospedale - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it

Reboldi lascia oltre alla moglie anche due figli. La sua è l’ennesima morte sulle strade del Bresciano dove un mix di fattori, dalla distrazione alla velocità, dall’uso di smartphone a quello di alcol e sostanze vietate, concorre a rendere tristemente lunga quella scia di sangue che sembra davvero non avere fine. E a moltiplicare anche il numero di infortuni che se non mortali restano comunque traumi per tutti. Riprova ne viene dalla stessa 345 teatro solo mezzora più tardi, a pochi chilometri di distanza, di un’altra clamorosa carambola, con un’auto ribaltata e tanta paura. Per fortuna in questo caso con un epilogo ben meno drammatico.

 

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