Olio sversato nel fiume Mella: pesci morti e azienda indagata

L'inquietante rivelazione di chi ha camminato su quel terreno: «Sembra una spugna di melma»
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L’allarme ambientale è stato certificato. Con valori alle stelle dopo la denuncia che ha dato il via all’inchiesta. «Ci sono pesci morti nel fiume Mella» la segnalazione arrivata in Procura a marzo.

Si muovono prima Arpa e poi i carabinieri del Noe. E scoprono che gli animali ormai senza vita galleggiano nell’olio, in chiazze scure prodotte da scarichi aziendali che sversano direttamente nel fiume Mella.

La prima relazione di chi arriva sul posto è inquietante: «Il terreno sembra una spugna di melma».

Siamo a Sarezzo e nei guai finisce la Ottoman spa, «una torneria automatica specializzata nella lavorazione di ottone per conto terzi» si legge sul sito della società che ha sede in via Maestri del lavoro, dove nei giorni scorsi il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani ha recapitato l’avviso di conclusione indagini.

Nel registro degli indagati è stato iscritto il nome del 60enne titolare dell’attività. Deve rispondere di inquinamento ambientale perchè «sversando abusivamente in modo incontrollato e continuo idrocarburi nel fiume Mella, cagionava una compromissione delle acque superficiali e sotterranee tendenzialmente irreversibile» ha stabilito la Procura.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti l’azienda risparmiando sulla manutenzione dei macchinari avrebbe utilizzato quantità di olio combustibile in modo esagerato che a fine ciclo produttivo sarebbe finito nelle acque del Mella. Chi indaga è convinto: in sostanza, costava meno acquistare ed utilizzare tonnellate di olio combustibile piuttosto che attrezzare gli impianti nel rispetto delle norme.

 

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