Nave, i cartelli della discordia

Il Comune ha rimosso in cartelli bilingue - italiano e dialetto - scatenando la rabbia dei consiglieri leghisti.
Un vecchio cartello stradale che indica il centro bresciano anche in dialetto - © www.giornaledibrescia.it
Un vecchio cartello stradale che indica il centro bresciano anche in dialetto - © www.giornaledibrescia.it
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Il Carroccio si mobilita per protestare dopo che la nuova Amministrazione, guidata dal sindaco Tiziano Bertoli, ha modificato la cartellonistica stradale, togliendo la dicitura dialettale di «Nàe».

Per i «lumbard» si tratta di un vero e proprio affronto alle tradizioni locali, alla cultura di un popolo, alla sua storia ed identità. E per rendere pubblico il loro dissenso hanno promosso domenica mattina una manifestazione sulla Sp237 del Caffaro davanti al cartello «incriminato». In segno di protesta hanno applicato, sotto il cartellone ufficiale, uno più piccolo in cartone, che riproponeva le due diciture.

«Il Comune ha adottato un’iniziativa illegittima - ha tuonato Marco Bassolini, capogruppo consiliare di Nave -. La Provincia aveva finanziato l’intervento con un contributo a fondo perduto. L’Amministrazione ha cancellato una testimonianza del nostro passato».
I consiglieri «lumbard» in Broletto hanno presentato un’interrogazione, ricostruendo l’iter procedurale, partito nel 2006 e finalizzato alla posa di cartellonistica bilingue da parte dei Comuni della Provincia.

«Amo e parlo in dialetto - ha replicato il sindaco Bertoli -. Ma non accetto la strumentalizzazione politica». A sua volta Dario Liberini, assessore alla Cultura, aveva replicato in Consiglio che «scrivere in dialetto sui cartelli stradali non serve a tutelare il patrimonio storico culturale locale, ma solo a "marcare" politicamente il territorio».
 

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