Maniva, incursori ed elicotteri dell'Esercito si addestrano al Dosso dei Galli

L'elicottero da trasporto truppe si accosta al monte, i soldati delle forze speciali scendono e avanzano: in un video le scene dell'esercitazione
Incursori paracadutisti al Dosso dei Galli
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Un elicottero per trasporto truppe che si accosta al pendio del monte. Personale in assetto da combattimento che scende in tutta fretta dal portellone posteriore del grosso CH-47 «Chinhook». Dall’inquadratura i militari carichi di enormi zaini e armi escono in fretta, così come l’elicottero che riprende il volo, perdendosi nel cielo che domina l’Alta Valtrompia.

Frammenti da un’esercitazione d’eccezione, quella che in queste ore si sta svolgendo sulle vette di Collio Valtrompia e che ha dei protagonisti speciali: il Comando Aviazione dell'Esercito (Aves) e gli incursori paracadutisti dell’Esercito che fanno capo al Comando Forze Speciali. Anche se non ci sono conferme ufficiali, si tratta degli specialisti del 9° Reggimento d'assalto «Col Moschin». Un reparto di punta, tra i più preparati in assoluto delle nostre forze armate, che a quanto è stato possibile apprendere, è accampato al Dosso dei Galli, sopra il Maniva, tra i resti di quella che fu una delle più importanti postazioni radio della Nato tra la fine degli Anni ’60 e gli Anni ’90, salvo poi essere completamente dismessa nel volgere di pochi giorni.

Quale sia esattamente il profilo dell’esercitazione è al momento difficile a dirsi, stante il comprensibile riserbo militare, ma lo spettacolo - immortalato con gli smartphone da diversi escursionisti – non ha mancato di suscitare curiosità. Non è la prima volta che il Col Moschin si esercita nel Bresciano: era già avvenuto sulle nevi del Tonale cinque anni fa, nel 2018.

Il 9° Reggimento - o più comunemente noto come il «Nono» – è un reparto le cui radici affondano nella storia dell’Esercito Italiano, sin dal nome. Col Moschin era infatti una cima del massiccio del Monte Grappa, tenuta dall’artigliera austrungarica e conquistata all’alba del 16 giugno 1918 con un assalto fulmineo dagli Arditi, di cui gli incursori sono l’odierna declinazione.

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