Maniva: da una tesi di laurea al recupero dei sentieri

Ripensati 40 chilometri di sentieri sul Maniva, seguendo le tracce della Guerra bianca. E gli alpini pensano al recupero di trincee e reperti
  • I luoghi della Guerra bianca sul Maniva
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Hanno seguito le tracce dei soldati che su quei monti difesero l'Italia. Lo hanno fatto con lo sguardo dell'ingegnere ed il filtro delle emozioni di chi in quella terra ci è nato. Loro sono Erika Piotti e Daniele Guerini, laureati in ingegneria edile e architettura all'Università degli studi di Brescia, che per la loro tesi hanno scelto proprio di ripercorrere "Le tracce della Guerra bianca sul Monte  Maniva”.

Guidati dalla professoressa Michèle Pezzagno, e grazie a una convenzione con l’Ana di Brescia, dal piazzale del Maniva al Monte Colombine e alla Cima ora hanno riorganizzato 40 chilometri di sentieri in un’ottica urbanistica ed ingegneristica. Obiettivo: renderli ancora più accessibili come itinerari turistici e di trekking, studiando proposte di recupero dei manufatti bellici, dalle strade alle grotte di ricovero, dalle trincee alle caserme. Nella tesi dei due ragazzi c'è anche la proposta  di restauro conservativo e consolidamento strutturale, con la creazione di un parco astronomico, del Casermone di Pian delle Baste. 

Gli alpini bresciani, che ne hanno parlato in un convegno centrato proprio sulla tesi, hanno elaborato un piano per recuperare trincee e reperti della Grande Guerra sul Maniva. Che dal primo maggio, se tutto andrà come deve, dovrebbe entrare nel vivo.

 

 

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