L’ex Rifugio Caregno è il maxi dono di Natale alla Comunità montana della Valtrompia

I proprietari lo cedono senza vincoli di utilizzo. Ottelli: «Sarà certamente una struttura ricettiva»
L'ex Rifugio Caregno - © www.giornaledibrescia.it
L'ex Rifugio Caregno - © www.giornaledibrescia.it
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È un dono fuori dal comune, quello che la Comunità montana della Valtrompia s’è ritrovata quest’anno sotto l’albero di Natale.

I proprietari dell’ex Rifugio Caregno, situato in via Caregno a Gardone, hanno proposto all’ente comprensoriale di acquisire l’immobile e anche l’area circostante. La proposta di donazione non è subordinata a vincoli oppure a prescrizioni inerenti la modalità di utilizzo futuro del bene, il quale potrà, quindi, ospitare qualsiasi tipo di attività.

«Per il momento il Rifugio e l’area annessa sono stati donati - spiega il presidente dell’ente comprensoriale, Massimo Ottelli -. Ora rifletteremo su quale miglior destinazione dare: sicuramente sarà una destinazione di tipologia ricettiva, magari ripetendo l’esperienza di Rebecco Farm».

Massimo Ottelli fa riferimento al progetto finanziato dal programma «AttivAree» di Fondazione Cariplo e dalla Comunità Montana, per il recupero e la riattivazione del complesso rurale di Rebecco, a Lavone di Pezzaze. Inaugurata nel 2020, la Farm è un Centro per lo sviluppo della cultura rurale del territorio, attorno al quale gravitano alcune aziende di agricoltori e produttori valtrumplini che fanno rete. L’edificio ospita una struttura ricettiva con un bar che serve anche colazioni, pranzi e aperitivi a base di prodotti locali.

La struttura

L’ex Rifugio Caregno, appena donato all’ente comprensoriale, si trova in una zona montana e periferica del Comune di Gardone, a quota 1.000 metri di altitudine, ed è accessibile attraverso una strada comunale asfaltata di circa 7 km. L’edificio è costituito: al piano terra da una zona commerciale di ristorazione con sala e bar, servizi igienici, cucina e cantina, mentre al lato destro ci sono una stalla e un deposito. Al primo e secondo piano sono presenti 8 unità adibite ad alloggi, con cucina e soggiorno, una zona notte con camera e bagno indipendente e un sottotetto adibito a deposito. La superficie totale lorda è di 740 metri quadri.

Il riscaldamento non è centralizzato, ma vi sono diverse caldaie con termosifoni, mentre in altri locali sono presenti stufe a legna. L’immobile è allacciato alla rete elettrica e all’acquedotto, mentre il metano è assente, ma è presente una cisterna per il gpl.

Lo stato di manutenzione dell’edificio e degli impianti risulta medio-basso, non essendo utilizzato e abitato da diversi anni: il suo valore di mercato, secondo la perizia commissionata dalla Comunità montana, ammonta a 327.000 euro

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