L’«Agromania» conquista coop, associazioni e l’Università

Partito come «Orti sociali» il progetto ora unisce a Villa Carcina coltivazione bio, tutela del territorio e inclusione
Al lavoro negli «orti sociali» di Villa Carcina - © www.giornaledibrescia.it
Al lavoro negli «orti sociali» di Villa Carcina - © www.giornaledibrescia.it
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Da «orti sociali» ad appezzamenti «terapeutici» a disposizione delle scuole e del Centro psico sociale, fino a diventare parte di un grande progetto che abbina l’orticoltura biologica all’inclusione sociale, attraverso percorsi di inserimento lavorativo.

Il progetto. L’evoluzione di quelli che fino a dieci anni fa erano gli orti sociali lungo la ciclabile del Mella, tra Villa e Cogozzo, è racchiusa nel progetto triennale «Agromania. Un modello ecologico di agroinclusione» promosso dalla cooperativa La Rete (capofila) in collaborazione con la onlus ArticoloUno, l’Associazione formazione Giovanni Piamarta e il dipartimento di Medicina molecolare dell’Università di Brescia. «Agromania» ha ricevuto un contributo da parte di Fondazione Cariplo nell’ambito del bando «Coltivare valore». Obiettivo finale di questa ambiziosa iniziativa, che si allarga fino al territorio di Mompiano, in città, con un intervento di ripristino di due ettari di bosco, e «si muove sul doppio binario della sostenibilità sociale e ambientale», come afferma il presidente della cooperativa La Rete Domenico Bizarro, è la creazione di una attività di coltura biologica supportata dalla produzione di ortaggi e frutti da inserire in una filiera di vendita a chilometro zero in collaborazione con i soggetti che sostengono il progetto.

I sostenitori. Che sono tanti: nell’elenco i comuni di Villa, Brescia e Collebeato, la Comunità montana, il Parco delle colline, Civitas, le onlus Il Ponte, La Vela, Il Mosaico e Il Calabrone, l’istituto comprensivo «Olivelli», le associazioni Botanica bresciana e Volontariato Villa, La Rete, il GASpiano, I Frattimi, La Buona Terra, le aziende agricole Pesei e Iside e Coldiretti Brescia.

L’Università. Il progetto «costituisce il primo intervento dell’Università di Brescia in ambito agricolo e forestale» precisa la docente di Scienze agrarie di Unibs Emanuela Gobbi ed è «un modello che ci piacerebbe esportare anche fuori dai confini di Villa» sottolinea il sindaco Moris Cadei. Preziosa sarà anche la collaborazione del centro formativo Giuseppe Raineri, che «favorirà l’iscrizione di soggetti svantaggiati segnalati dal progetto al proprio corso di operatore agricolo» annuncia il direttore generale Sergio Capiroli.

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