La guerra interna a Valtrompia Soccorso

Scontro sullaonsiglio si spacca, 15 volontari si dimettono, il presidente e due consiglieri si fanno causa
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Ci sono ferite talmente profonde che spesso nemmeno specialisti della cura riescono a sanare, se non altro non in tempi brevi. Il riferimento in questo caso è a Valtrompia Soccorso e a quanto è successo in seno al suo sodalizio: una frattura che, a diversi mesi di distanza, nessuno è riuscito ancora a ridurre ed i cui effetti continuano ad avere gravi ripercussioni sulle numerose parti in causa.

Tutto ha avuto inizio nei primi mesi del 2016, poco dopo le elezioni per il rinnovo del Consiglio direttivo nel quale, dopo lo spoglio, entrano a far parte anche Gianluca Peli e Andrea Medaglia, entrambi volontari di vecchia data. Peli e Medaglia riescono però a tenersi stretta la loro carica per poco tempo, perché subito dopo la prima assemblea iniziano a emergere pesanti dissapori tra i due membri e i restanti cinque consiglieri, che portano la maggioranza del Consiglio a dimettersi e a rendere nuovamente necessatia la chiamata dei volontari alle urne.

Secondo quanto affermano Peli e Medaglia gli screzi sono sorti dopo aver richiesto la documentazione relativa alla gestione economico-finanziaria dell’associazione («cosa che ci è stata negata», tengono a precisare), mentre Federico Scalvini, presidente del sodalizio del soccorso valtrumplino, sostiene che i due, nella fattispecie Peli, abbiano tenuto un comportamento poco rispettoso nei confronti di alcuni associati «tale da pregiudicare l’intera associazione e rendere necessaria l’espulsione».

La sospensione del revisore dei conti, invece, è avvenuta perché «la persona in questione, per motivi suoi personali, non era più compatibile con questa carica» spiega Scalvini, che tiene a rimarcare come «vi sia la massima trasparenza nella gestione dei conti, tant'è che il bilancio dell’associazione è appeso nella bacheca della nostra sede e visibile a chiunque». Non la pensano però come Scalvini nè i due ex consiglieri nè i 15 volontari che nel maggio del 2016 hanno abbandonato Valtrompia Soccorso «dopo aver notato una mancata predisposizione alla trasparenza nella conduzione dell’associazione», recita l’incipit della loro lettera di dimissioni.

Una missiva alla quale Scalvini a luglio del 2017 risponde con una raccomandata in cui chiede ai volontari un risarcimento per i danni subiti da Valtrompia Soccorso, «che a causa dello scarso preavviso si vedeva costretta ad assumere un dipendente a tempo indeterminato».

La legge lo prevede - spiega Scalvini -, ma non abbiamo intenzione di procedere in questo senso: i soldi dei volontari non ci servono, anche perché la nostra associazione è in ottimo stato economico». Se il presidente nega di voler intraprendere vie legali nei confronti degli ex volontari la soluzione non è altrettanto pacifica per quanto riguarda i due consiglieri espulsi: Peli e Medaglia e il presidente, infatti, hanno fatto ricorso agli avvocati e a decidere chi è dalla parte della ragione sarà l’esito dell’arbitrato attualmente in corso.

 

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