La favola bella di Angela e Battista, la coppia più longeva di Caino

Lui 93 anni, lei 89, sono sposati da 66 anni e sono ancora entrambi in buona salute
Angela, Battista e la loro famiglia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Angela, Battista e la loro famiglia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Lui 93 anni, lei 89. Insieme fanno quasi due secoli di vita, di cui una settantina d'anni trascorsi insieme. Angela Prandini e Battista Zecchina, «Giàni», sono la coppia più anziana e longeva di Caino. Entrambi sono ancora in buona salute e a ottobre celebreranno i 66 anni di matrimonio.

Si sono sposati nel ‘57 a Caino senza rispettare il detto «moglie e buoi dei paesi tuoi»: originario di Gambara, dove faceva il mezzadro, Battista venne a Caino a lavorare nel ‘55 come muratore, occupazione che ha mantenuto fino al momento del pensionamento. Fu allora che conobbe Angela, lei cainese doc. «Mi portava a spasso sulla canna della bici - ricorda la signora -. Che tempi, quelli. Il paese era come una grande famiglia, non come oggi che ognuno pensa solo per sé».

Insieme hanno avuto tre figli, una femmina e due maschi, e da qualche anno sono diventati bisnonni. Ai loro pronipoti amano raccontare storie, filastrocche e leggende. Come quella della donna con i piedi che si trasformano in zampe di capra perché non va a messa e la domenica, giorno di riposo per eccellenza, si ostina comunque a lavorare. «I miei figli vanno a scuola e le raccontano ai loro compagni - scherza il nipote Luca Rossi -. Spesso, come nel caso della donna con le zampe caprine, seminano il terrore». Non molti di loro potranno contare sulla grande fortuna di avere a casa due «fonti» di questo livello.

Angela, come conferma anche il sindaco di Caino Cesare Sambrici, è l’utente più attiva della biblioteca comunale. In passato è stata tra i fondatori de La Röda, l’associazione che si occupa di intrattenere gli anziani del posto offrendo loro occasioni di socializzazione, viaggi e altro ancora. Per un periodo, quando era più giovane, ha lavorato alla cartiera dei Pedrotti. «Poi sono rimasta a casa ad accudire i miei suoceri, che sono rimasti con noi fino alla morte - afferma con orgoglio - e ovviamente i figli».

Battista ha passato una vita in oratorio come volontario: timbrava i biglietti di chi andava al cinema della parrocchia e aiutava con qualche lavoretto. Molti anni fa, insieme a un compaesano, ha posizionato un gallo stilizzato sulla palla di ottone che campeggiava sul campanile, arrampicandosi con il solo aiuto di corde e della forza di braccia e gambe. «Non ho mai avuto paura, nemmeno per un secondo» assicura il 93enne, che ancora oggi riesce a leggere senza gli occhiali da vista. Quando varchi la soglia della loro casa, al Villaggio San Giuseppe, subito vieni investito da un misto di emozioni che vanno dalla nostalgia per quei nonni che tutti abbiamo avuto ad un senso di simpatia per quella signora così accogliente e sorridente e quel signore con la battuta sempre pronta. Che hanno condiviso una vita intera.

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