La casa del commiato non può ampliarsi

Il Consiglio di Stato ha annullato il permesso rilasciato dal Comune nel 2013
La sala non potrà essere ampliata - Foto di repertorio
La sala non potrà essere ampliata - Foto di repertorio
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Il Consiglio di Stato si è espresso sulla vicenda che da anni vede protagonisti a suon di ricorsi e denunce la proprietà della sala del commiato di Villa Carcina e gli inquilini residenti nello stesso stabile.

I giudici romani hanno sentenziato l’annullamento del permesso di ampliamento della sala del commiato rilasciato dal Comune di Villa Carcina nel 2013. Permesso che era stato impugnato dall’appellante che abita al piano superiore dei locali interessati e che, in un primo momento, era stato rigettato dal Tar di Brescia.

Nella sentenza del Consiglio di Stato si legge che «l’Amministrazione comunale ha assentito all’ampliamento dell’attività di sala del commiato in una zona in cui dette attività non erano più ammesse dal Piano dei servizi».

«Il permesso di costruire - continua il provvedimento - in sanatoria ha pertanto illegittimamente sanato un mutamento della destinazione d’uso che ha determinato l’aumento delle dimensioni della sala del commiato con conseguenti effetti sul carico urbanistico». In sintesi la sala del commiato sarebbe ammessa nel Piano dei servizi solo nella sua porzione originaria senza alcun ulteriore ampliamento. Una decisione che però non pregiudica il proseguimento dell’attività della sala.

«L’autorizzazione in essere della sala non è decaduta, la sentenza - commenta la Foresti Group - è chiara e limitata a una parte dell’immobile. Valuteremo con il Comune di trovare una linea coerente con le normative».

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