Inquinamento da cromo VI: Effebiesse condannata a risarcire

Il Tar ha condannato la ditta Effebiesse di Villa Carcina al pagamento di 550mila euro per avere inquinato la falda con cromo esavalente
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L'Effebiesse spa, azienda attiva nello stampaggio a caldo, è stata condannata a risarcire i danni derivanti dall’inquinamento da cromo esavalente di un pozzo dell’acquedotto. Dovrà versare 50mila euro al Comune di Villa Carcina e quasi 500mila all’Azienda Servizi Valtrompia, gestore dell’acquedotto del paese valtrumplino. La contaminazione dell'acqua era stata accertata nel 2001 dall’Usl durante i controlli nell'area a valle del Pozzo Cairoli, dove era stato individuato un focolaio di inquinamento, e confermata nel 2004 dall’Arpa.

La sentenza è stata emessa dal Tar ed è a suo modo innovativa: si tratta forse dell'unico caso a Brescia di condanna a un risarcimento per danno derivato da contaminazione di metalli altamente tossici. La presenza di cromo VI è un problema per città e provincia: a Brescia, per abbassare il livello dell'inquinante, A2A ha iniziato trattamenti al solfato ferroso nell'acqua immessa nell'acquedotto. 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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