Il sogno s’avvera: Sant’Emiliano diventerà rifugio

Prima della registrazione ufficiale, il santuario di Sarezzo sarà sottoposto a un restauro: impegno da 95mila euro
Il santuario di Sant’Emiliano, a quota 1.102 metri- © www.giornaledibrescia.it
Il santuario di Sant’Emiliano, a quota 1.102 metri- © www.giornaledibrescia.it
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Il Gruppo autonomo montano (Gam) ha grandi progetti per Sant’Emiliano: l’obiettivo a cui puntava da anni, trasformarlo in rifugio, dovrebbe ormai essere cosa certa. Prima di ottenere l’autorizzazione per presentare l’istanza di iscrizione nell’apposito registro, però, il santuario a quota 1.102 metri dovrà subire un restauro conservativo che il Comune, proprietario dell’immobile gestito dai volontari del Gam, sta concordando con la Soprintendenza.

«Farlo diventare un rifugio è la nostra aspirazione da anni - spiega  Luciano Pintossi, presidente del Gam che oggi conta 400 iscritti -. Abbiamo già camerate con letti in legno realizzati da noi dove, prima della pandemia, ospitavamo gruppi di scout e scolaresche: abbiamo interrotto con il Covid e ad oggi non abbiamo ancora ripreso con i pernottamenti».

I lavori

Per il restauro, il Gam ha trovato nell’Amministrazione comunale guidata da Donatella Ongaro un alleato. «La spesa prevista è di 95mila euro - afferma l’assessore ai Lavori pubblici Ruggero Gervasoni - e i lavori dovrebbero cominciare in primavera per avere tutto pronto con la riapertura estiva». Si tratta per lo più di interventi di carattere conservativo, «che consentano di restituire l’immagine della struttura così com’è da sempre - specifica l’assessore -, poi si dovrà mettere mano alla cucina per adeguarla alle norme haccp».

Per la fornitura di acqua potabile non c’è problema: i volontari del Gam hanno già fatto grossi investimenti trasportandola in quota con apposite cisterne. Per quanto riguarda l’apertura del santuario, anche una volta ottenuta la qualifica di rifugio tutto rimarrebbe com’è ora: una novantina di volontari con le loro famiglie si alternano dalla primavera fino al tardo autunno per accogliere gli escursionisti, mentre d’inverno l’immobile viene chiuso perché le rigide temperature potrebbero creare problemi agli impianti. «L’iter burocratico è ancora un po’ lungo - osserva Pintossi -. Tuttavia speriamo di poter riaprire la prossima stagione con una situazione più definita».

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