Il caso delle polpette avvelenate, fake news circolata sui social

Il post di venerdì è stato estrapolato da un sito di Ancona. Caccia ai responsabili
Su Facebook. L’immagine che ha destato allarme
Su Facebook. L’immagine che ha destato allarme
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Il sospetto che fosse una fake news era nell’aria sin da venerdì scorso, lo stesso giorno in cui su una pagina Facebook che tratta notizie della Valtrompia è apparso un post in cui si segnalava il rinvenimento di bocconi avvelenati all’interno della nuova area cani di Rovedolo.

Ciò accadeva all’alba della sua inaugurazione ufficiale, in programma il giorno successivo. A distanza di soli tre giorni le indagini della Polizia locale hanno confermato che la notizia è completamente falsa. E ora la persona che ha fatto la segnalazione, seminando il panico tra le centinaia di lettori del post, potrebbe passare guai molto seri.

«Trasmetteremo all’autorità giudiziaria una denuncia a carico di ignoti per il reato di procurato allarme - dichiara il comandante della Polizia locale di Gardone Patrizio Tosoni - e richiederemo l’autorizzazione all’acquisizione del codice identificativo IP dell’utenza utilizzata dal fake per inviare la segnalazione in modo da giungere alla sua identificazione».

Gli accertamenti dei vigili sono iniziati venerdì pomeriggio con un sopralluogo approfondito, che ha permesso sin da subito di escludere la presenza di resti delle esche velenose. L’erba ritratta nella fotografia postata su Facebook, secondo quanto riferito da Tosoni, è fin da subito risultata non essere la stessa dell’area. Le sorprese non sono finite qui: effettuando una ricerca in internet è emerso che la fotografia del post è stata estrapolata da un sito di notizie della provincia di Ancona.

Gli accertamenti sono proseguiti fino a giungere all’identificazione del profilo responsabile di aver trasmesso la segnalazione allo staff della pagina. «Profilo che è risultata essere un fake, un profilo falso, probabilmente aperto in Facebook per inoltrare questa segnalazione, e di fatto non più presente e non più raggiungibile», spiega Tosoni.

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