«E se la spada storta di Cosimo de Medici arrivasse da Nave?»

È questa l’ipotesi avanzata dal 32enne Paolo De Montis per le armi custodite a Firenze e a Londra
Il Perseo di Cellini, allegoria della vittoria di Cosimo Medici - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il Perseo di Cellini, allegoria della vittoria di Cosimo Medici - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La passione del 32enne di Cortine Paolo De Montis per le armi antiche è nata solo cinque anni fa da un confronto con alcuni amici affascinati dallo studio delle spade. Con il tempo si è trasformata in qualcosa di molto più serio, complice anche lo stage fatto al museo delle armi Luigi Marzoli di Brescia. «È lì che mi si è aperto un mondo grazie al conservatore Marco Merlo» racconta Paolo, laureato in didattica museale all’Accademia Santa Giulia di Brescia. Da quel momento il 32enne ha iniziato a fare ricerche fino a diventare collaboratore del bollettino «Armi antiche» dell’Accademia di San Marciano.

Nei prossimi mesi il bollettino, che sarà dedicato alla celebre scultura del Perseo con la testa della Medusa di Benvenuto Cellini e, in particolare, alla spada storta impugnata da Perseo, ospiterà un articolo in cui Paolo parla della possibile origine navense di due storte appartenute a Cosimo de’ Medici.

Una è custodita al Museo del Bargello di Firenze e l’altra alla Wallace Collection di Londra. Nel Cinquecento la storta divenne comune in molte allegorie, una delle più importanti è proprio il Perseo di Cellini, in cui l’eroe, che rappresenta il nuovo corso del governo fiorentino, ovvero il principato di Cosimo I de’ Medici, recide la tirannia del governo repubblicano. 

«Entrambe le storte di cui tratto - spiega Paolo - presentano sulla lama un marchio che rappresenta una nave sormontata da una M, marchio che nel 1980 lo studioso Francesco Rossi associò, in via del tutto ipotetica, a Nave. L’attribuzione fu poi accettata da alcuni dei più grandi studiosi di armi dell’epoca come Lionello Boccia».

Nel suo studio il giovane aggiunge due dettagli importanti all’ipotesi avanzata da Rossi: «L’utilizzo della nave, tutt’oggi stemma di Nave, è attestato dal 1672, quando venne raffigurata sulle campane fuse per la torre campanaria della chiesa di San Cesario. Negli stessi anni in cui a Firenze prendeva il potere Cosimo de’ Medici, a Nave operò uno spadaio con una M nell’iniziale, Giacomo Filippo Montini. Costui era un imprenditore, un mercante di armi, che nel 1542 decise di prendere in affitto parte di una fucina a Nave per produrre spade: a lui si deve probabilmente anche l’insediamento a Nave di maestranze venete e bergamasche».

Secondo De Montis, quindi, Montini può essere considerato l’iniziatore della spaderia navense, che durò fino alla fine del Seicento. «Le mie sono ipotesi, ma ritengo siano degne di essere considerate anche nell’ottica di una riscoperta della produzione armiera di Nave. Chi volesse confrontarsi con me può scrivermi all’indirizzo paolo.demontis89@gmail.com».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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