Dall’edilizia in crisi alla fattoria: ecco l’ultimo mandriano

Ha raccolto la passione trasmessagli dai genitori: «L’agricoltura ha sempre permesso di vivere»
Vita tra gli animali. Michele Franzese, 41 anni, con le sue mucche
Vita tra gli animali. Michele Franzese, 41 anni, con le sue mucche
AA

Avere una fattoria a Lumezzane si può. Michele Franzese, 47 anni originario della Calabria, ma in Valgobbia da 22 anni, ha raccolto la passione trasmessagli dai genitori e oggi ha nove mucche, tre cavalli, due maiali, anatre, cani, gatti, galline e alcune oche. Tutto questo in località Baitoni in Faidana.

Franzese ha il proprio veterinario e tiene lui per primo alla salute dei suoi animali. Questo fine settimana terminerà la transumanza dalla località Poffe dove ci sono ancora tre mucche. Sposato con tre figlie, dopo anni da manovale in cantiere, di fronte alla crisi edile non si è perso d’animo.

«Ho comprato gli animali e sono tornato a quello che facevo da bambino e che facevano i miei genitori in Calabria. Il presente è difficile per molti e il futuro lo sarà di più: occorre tornare a "farsi su le maniche". Dobbiamo rilanciare la passione per l’agricoltura e l’allevamento. L’agricoltura ha sempre permesso di vivere».

Tutti i giorni Franzese segue i suoi animali personalmente, da prima dell’alba a dopo il tramonto. Anche quando partoriscono. Pur avendo una casa in centro, vive sempre nell’appartamento vicino alla stalla. «Gli animali - racconta - sono come le persone. Non esiste un animale più difficile dell’altro. Va creato un dialogo con l’animale, se lo tratti male si comporta male con te».

Lo scorso aprile è mancato un caro amico valgobbino, quello che l’ha aiutato all’inizio. «Devo ringraziare Ivano Mori per avermi introdotto tra i lumezzanesi, che mi hanno accolto molto bene - sottolinea -. Oggi sono uno di loro, tutti mi vogliono bene. Mi chiamano per avere il concime, oppure mi danno il terreno per fare pascolare le mie bestie, così che pulisco la zona dall’erba».

Un dare e avere che Franzese accetta volentieri. Ottimo anche il rapporto con i cacciatori. «Soprattutto nei primi giorni di apertura della caccia - continua Michele - faccio rientrare in stalla tutte le mucche e lascio che i pascoli siano liberi». Speranza. La passione che Franzese mette in quello che ormai è un vero lavoro, non è stata raccolta né dalle figlie né dalla moglie. La speranza è nei due nipoti: Emili di tre anni e Domenico Luca di soli 9 mesi. «Ci sono tante donne che conducono allevamenti - sottolinea Franzese -. La mia piccolina ha voluto il cavallino, la capretta e vedo che potrebbe amare gli animali in futuro».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia