Dalla Beretta armi un set speciale per i 500 anni di Leonardo

L’occasione per presentare le armi da collezione il convegno sul passaggio del «genio» in Valle
Il fucile inciso presentato a Tavernole nel corso del convegno leonardesco - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il fucile inciso presentato a Tavernole nel corso del convegno leonardesco - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Un balzo indietro di 500 anni alla scoperta delle tracce del passaggio di Leonardo da Vinci in Valtrompia attraverso la ricostruzione storica dello studioso bresciano Valentino Volta e del docente di Storia dell’arte dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia Mario Marubbi.

Il convegno «500 anni di eccellenza nella lavorazione del ferro. Leonardo da Vinci, tracce del genio in Val Trompia» tenutosi ieri al Forno fusorio di Tavernole sul Mella è il modo in cui la fabbrica d’armi Beretta ha voluto celebrare l’anniversario della scomparsa del grande genio italiano.

L’appuntamento è stata anche l’occasione per la Beretta, che presto celebrerà i cinquecento anni di attività, di presentare al pubblico un set unico. Lo compongono una coppia di fucili sovrapposti da caccia SL3, incisi al bulino sul petto di bascula riproducendo in uno l’autoritratto di Leonardo da vecchio e nell’altro la Gioconda e una valigetta, realizzata a mano nel neonato laboratorio aziendale, impreziosita da una riproduzione dell’uomo vitruviano riprodotta al pirografo su pelle.

Il convegno, al quale hanno preso parte il sindaco di Tavernole sul Mella Gerardo Ferri, il primo cittadino di Gardone Pierangelo Lancelotti e la vicepresidente della Comunità Montana Clara Ricci, si è svolto non a caso al Forno fusorio: pare infatti che Da Vinci vi abbia fatto visita durante il suo viaggio in Valtrompia.

In particolare sono tre le tracce documentali che fanno presagire il passaggio di Leonardo nella nostra Provincia, come spiegato da Valentino Volta e Mario Marubbi: innanzitutto la dettagliata cartina che Da Vinci tracciò probabilmente intorno al 1510, riportando la distanza in miglia fra gli insediamenti e la presenza di una «miniera de ferro» a «Choj» in quel di Collio. In secondo luogo, il disegno di un mantice utilizzato per alimentare i magli, anche in questo caso con indicati i riferimenti della «fucina di Choj».

Infine, il bozzetto per la pala dell’altare maggiore della Chiesa di San Francesco d’Assisi a Brescia, un primo passo della probabile committenza da parte di Francesco Sanson a Leonardo da Vinci, ma mai realizzata e successivamente affidata al Romanino. Il presidente dell’azienda Franco Gussalli Beretta, da fuori sede dove era trattenuto, ha commentato: «Le radici contano, così come la storia. Celebrare il passaggio del più grande genio Italiano in Valtrompia ci rende pieni di orgoglio e allo stesso tempo responsabili del fatto che le competenze e le abilità, che Leonardo aveva intuito come uniche di questo territorio, continuino ad alimentarsi e rinnovarsi per generare valore e crescita, non solo per la Valle ma per l’intero sistema del made-in-Brescia e più in generale del made-in-Italy».

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