Con bici e sax il «musicista errante» riempie di note le piazze

Quanto mancano a tutti noi i concerti, l’emozione amplificata che è scatenata dalla musica quando viene condivisa con gli altri? A Nave vive un sassofonista che ha deciso di non arrendersi al malinconico silenzio che si è impadronito delle strade, delle piazze e anche dei locali in questo lungo anno di pandemia. Angelo Antonelli ha 64 anni e lo scorso novembre è andato in pensione dopo una vita trascorsa alla Mettaleghe di Flero.
Musica nel sangue. Nella sua esistenza la musica ha sempre avuto un ruolo centrale: è cresciuto nella banda Santa Cecilia di Nave, della quale è entrato a far parte quando aveva solo 14 anni sotto la direzione di Guerrino Guerra, padre dell’ex sindaco di Nave, Mauro. Portare la gioia della musica in ogni angolo possibile è sempre stata una delle sue missioni. Nel 2002 ha fondato insieme ad altri la Klezmer band. Poi, per un periodo, ha suonato insieme a Flavio Pulecchi, Flavio Ceresoli e alla violista di klezmer Oksana Ivasyuk. Il sopraggiungere dell’emergenza sanitaria ha messo in pausa questo quartetto di successo, almeno per il momento. Angelo ha però deciso che restare a casa a farsi sopraffare dallo sconforto non sarebbe stato giusto: anzi, proprio perché questa situazione sta abbattendo l’animo di tante persone, ha deciso di imbracciare la custodia del suo sax e, a bordo della sua bicicletta, ogni giorno sceglie una piazza diversa di Nave e suona il suo strumento.
È diventato così il sassofonista errante di Nave e la sua presenza ha immediatamente incuriosito gli abitanti del paese che, dallo scorso Natale quando ha iniziato sino ad oggi, a lui si sono molto affezionati. Sui social, in particolare sulla pagina Facebook Tabachì de Möradél, gli arrivano ogni giorno richieste per nuovi brani.
Applausi virtuali. Ogni mattina, a seconda dell’umore, Angelo sceglie un faldone con gli spartiti (il suo repertorio annovera oltre 350 brani che vanno dai successi italiani allo swing passando per le colonne sonore dei film e la musica klezmer) e raggiunge una piazza dove, in solitaria, suona per il solo gusto di fare compagnia e rallegrare gli altri. «Vedo che la mia iniziativa piace, perché le persone hanno imparato ad apprezzare nuovamente anche le piccole cose e sono convinto che la musica sia in grado di colmare quella distanza che oggi ci separa - racconta -: invito chiunque a contattarmi per richiedermi un brano, così, suonandolo, quando ci incontreremo, sapremo riconoscerci... anche se da lontano».
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