Co-housing, se l'aiuto ha quattro mura e un tetto

In estate aprirà l’alloggio per aiutare il percorso di inserimento di disabilied ex tossicodipendenti
Ecco l'alloggio in cui avrà luogo l'esperienza di co-housing
Ecco l'alloggio in cui avrà luogo l'esperienza di co-housing
AA

Da gennaio al via il progetto di co-housing. L’iniziativa lanciata ad inizio anno dalle cooperative Cvl e Gaia insieme alla parrocchia di Pieve di Lumezzane mira a garantire ai disabili una vita autonoma.

Prima dell’estate tre persone troveranno posto nella struttura vicina alla canonica di Pieve, che l’ha messa a disposizione. «Un progetto che ha diverse valenze - ricorda il primo cittadino Matteo Zani -. In primis ha creato una sinergia tra diversi attori in ambito sociale; vuole essere un percorso verso l’autonomia. Il progetto ha ricevuto contributi anche dalla Regione Lombardia, attraverso la Comunità Montana, che ha riconosciuto nell’iniziativa qualcosa di sperimentale».

Per finanziare il progetto, il primo in provincia sono stati aperti anche tre conti correnti, uno per ogni realtà coinvolta. L’iniziativa valgobbina è stata presentata in un convegno regionale e doveva essere realizzato entro l’anno.

I fruitori dell’iniziativa saranno due disabili della Cvl e una persona che proviene dalla comunità di riabilitazione mentale od un ex tossicodipendente, di cui oggi si occupa la cooperativa Gaia. Non è escluso che se l’Amministrazione avesse necessità di dover ospitare temporaneamente una persona, potrà usare l’alloggio. //

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia