Cinghiali domestici allevati nella zona del Cadelù

Gli animali, appena qualcuno accosta la rete metallica, s’avvicinano con fare domestico ormai abituati a ricevere del cibo
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I cinghiali sono di casa sulle montagne a sud di Lumezzane, nella zona di Porcino e delle Poffe dove il bosco ceduo si è fatto talmente fitto da risultare impenetrabile. Animali selvatici pericolosi perchè non hanno paura dell’uomo arrivando anche nei centri abitati in cerca di cibo.

Poi c’è chi li alleva, come proprio sotto le Poffe, nella zona chiamata «Cadelù», contrazione delle tre parole «Campo dei lupi», retaggio di tempi perduti di quando sulla montagna vagavano anche questi temuti selvatici. In «Cadelù», dietro alla cascina ottocentesca rimasta intatta, è stato allestito un allevamento di cinghiali compreso in una vasta zona della montagna debitamente recintata, con obbligato rinforzo della parte fissata al terreno, dato che questi animali hanno zanne capaci di scavare in profondità per fuggire.

All’interno scorazzano una decina di cinghiali, maschio e femmina, due «giovanotti» ed i sei cuccioli d’una recente nidiata. Gli animali, appena qualcuno accosta la rete metallica, s’avvicinano con fare domestico ormai abituati a ricevere del cibo. E sorprende davvero come divorino tutto con rapidità impressionante; perfino le quaglie morte del vicino quagliodromo, sono furiosamente azzannate e… digerite con penne a tutto. La rivincita dell’uomo (più che altro vendetta) si consuma a tavola: salmì, sugo e leccorniose «soppresse». Come dire: tanto va il cinghiale all’ingrasso che ci lascia lo zampone.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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