«Che emozione la medaglia d’oro: un grande sogno»

Valeria Bettinsoli di Lodrino ha trionfato agli Europei con la Nazionale di softball «È qualcosa di incredibile, unico e senza precedenti»
Valeria Bettinsoli, classe 1998, studentessa di Farmacia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Valeria Bettinsoli, classe 1998, studentessa di Farmacia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Nonostante gli Europei di softball di Ostrava si siano conclusi ormai da oltre due mesi (e lei sia tornata a casa a Lodrino), Valeria Bettinsoli assicura che l’emozione di portare una medaglia d’oro al collo resta comunque indescrivibile.

«È qualcosa di incredibile, unico e senza precedenti, e non sono frasi fatte». Quello per il softball è un amore iniziato dieci anni fa, quando Valeria, classe 1998, ha fatto ingresso nelle giovanili del Marcheno, dove ha militato per quattro stagioni fino all’ingresso in serie A2 con i Bulls Rescardina. Nel 2017 la lodrinese ha ottenuto l’ingresso in serie A1 firmando per il Saronno nel ruolo di esterno. Da lì sono arrivate le prime convocazioni in azzurro: un europeo under 19 due anni fa, l’oro nei mondiali under 22 l’estate scorsa, per poi approdare in nazionale senior con la partecipazione all’Asia Pacific Cup e alla Super Six di settembre fino allo storico traguardo centrato quest’estate.

«L’Italia si è dimostrata una squadra unita, legata alla maglia e combattiva - racconta -. Eravamo le favorite insieme all’Olanda per aggiudicarci il titolo, ma questo non ha pregiudicato il nostro atteggiamento, sapevamo di non dover mai abbassare la guardia».

La Nazionale ha ottenuto il primo posto nella competizione proprio contro la formazione olandese, sconfiggendola in finale per 3 a 2. «Un risultato stretto - ammette Valeria - che ci ha costretto a stringere i denti fino alla fine. Ma la gioia finale è stata indescrivibile».

Una medaglia che corona tanti sacrifici. «In seconda superiore ho iniziato ad allenarmi a Milano due o tre volte a settimana - continua -. Non è stato facile conciliare questa passione con lo studio, ma ho sempre fatto di entrambi una priorità. Non ce l’avrei fatta senza i miei genitori. Ma ora sono felice, tutti i questi sforzi sono stati ripagati».

Cosa si prospetta per il futuro? «Per ora penso a finire gli studi - dice la ventunenne, diplomata all’Itis biotecnologico di Gardone e iscritta al terzo anno di Farmacia alla statale di Milano - ma continuerò a giocare, sia in serie A che per la nazionale».

 

 

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