Brozzo, «dopo 7 mesi nessun indennizzo»

Oltre sette mesi sono passati, ma a Brozzo c’è ancora chi resta in attesa di buone nuove dopo la rottura della condotta della centrale idroelettrica Ghidini. A lamentare la lunga attesa è soprattutto la famiglia di Italo Zappa, la cui casa fu quella maggiormente danneggiata dalla bomba d’acqua. «Sono passati quattro mesi dal sopralluogo del tecnico nominato dal Tribunale e di quello della compagnia assicurativa della Ghidini - spiega Zappa - e ancora non ci sono pervenute offerte: capiamo che i tempi della burocrazia italiana siano lunghi, ma dalla ditta avrebbero almeno potuto dimostrarsi più vicini a noi, più solidali con la nostra situazione».
«Una parte della casa risale al 1600 - prosegue Zappa - e si è reso necessario l’intervento di un geologo prima e di una ditta specializzata poi, per effettuare infiltrazioni di particolari resine e rimettere in sicurezza l’edificio».
Un’operazione lunga, delicata e costosa che, peraltro, non garantisce che la casa torni alla stabilità d’un tempo, mentre altri soldi sono stati spesi per il ripristino degli impianti elettrici danneggiati, degli infissi, dei muri, dei guardaroba, delle attrezzature. Le spese sostenute dalla famiglia da quel 6 aprile ad oggi ammontano, dicono, a circa 250 mila euro, mentre le perdite non si contano.
Giungono rassicurazioni, però, dai responsabili della Ghidini Trafilerie che, attraverso una nota informano che la propria assicurazione, insieme a quella personale della famiglia Zappa, sono al lavoro per la soluzione dell’indennizzo, l’ultimo che manca all’appello per chiudere questo capitolo della vicenda.
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