Addio a Nedhalì, l’ultimo reduce aveva 98 anni

L’ultimo reduce della Seconda guerra mondiale ha chiuso i lunghi, intensi giorni dell'esistenza, quietamente, a 98 anni, nella sua amata S. Apollonio.

Evaristo Ghidini (Nedhalì) aveva combattuto nel più sanguinoso conflitto della storia umana di cui è stato costante testimone, senza risparmio d’energie e senza rispetto umano, capace, nella semplicità delle parole, di dare conto dell’esercito di visi e piedi in grigioverde, passati, ricordati, offerti ad esempio per quel sentimento aperto che gridava «mai più guerra».

Evaristo si è distinto per lo spiccato senso della comunità, a lungo presidente della sezione combattenti e reduci, non meno lungamente sostegno concreto del corpo musicale di S. Apollonio del quale, in anni di disaffezione, era stato principale artefice dalla rinascita, andando di casa in casa a sollecitare il ritorno dei musicanti affinché ridessero fiato ad un’istituzione che affonda le radici nell’alba del Novecento. Nei primi anni Cinquanta, a fianco del cavaliere del lavoro Giacinto Becchetti - del quale raccoglierà anche il testimone in qualità di presidente dei combattenti - si era adoperato alla nascita della Cassa rurale di Lumezzane, poi gloriosa Banca Popolare e infine malinconica Bipop.

Oltre alla croce di guerra aveva ricevuto la speciale medaglia di riconoscimento del Comune di Lumezzane, ma soprattutto, non aveva mai cessato di ricordare alle nuove generazioni i sentieri dolorosi e solenni degli uomini in armi, il suo modo nobile e diretto di «predicare» la pace. Decenni d’impegno, volati come sabbia di tempo, col merito di non essere stati invano. Ora l’ultimo reduce ammaina bandiera al quale ha risposto «presente» Altrove. Lo ricordano con commozione la moglie Dorina, 91enne, i figli Patrizia, Tarcisio, Lionello ed i lumezzanesi tra i quali è passato, instancabile testimone.