A Lumezzane la street art che divide in due la Valgobbia

La street art fa discutere a Lumezzane. E in particolare fa discutere il murale di 160 metri lineari per 6 di altezza, realizzato a fine aprile in via Garibaldi. Il tema doveva essere «il lavoro», ma quanto realizzato non è risultato gradito da tutti. L’opera, che ha impegnato una settantina di writer, è stata però difesa dall’assessore alla Cultura Lucio Facchinetti: «Abbiamo inaugurato il progetto "Storia e cultura del lavoro" che partecipa a Bergamo Brescia capitale della Cultura. Immagino che il risultato possa non essere condiviso da tutti. Personalmente sono stato presente nelle due giornate raccogliendo plauso e condivisione sull’iniziativa da persone di ogni età e la cosa mi ha rincuorato molto».

La street art è considerata da almeno 40 anni una forma d’arte moderna a tutti gli effetti, anche in Italia. È un’arte ovviamente diversa dal pennello e cavalletto, può piacere o meno, ma è indubbio che rappresenti un fenomeno che ha assunto rilevanza sociale per gli ampi spazi che sempre più Amministrazioni pubbliche mettono a disposizione. «Coglie anche il risultato di migliorare angoli della città particolarmente degradati - aggiunge Facchinetti - proprio come è avvenuto a Lumezzane. Il progetto, poi, nel suo complesso, prevede una rappresentazione teatrale sulla piazzetta del Villaggio Gnutti per ricordare la vocazione sociale della famiglia Gnutti negli anni Trenta del secolo scorso, un video con la storia di diverse aziende dagli albori industriali all’attuale innovazione, e una mostra fotografica in una storica azienda dismessa. Il tutto per evidenziare la nostra tradizione industriale. Come assessore penso che Lumezzane, da sempre capace di apprezzare e fare innovazione tecnologica, sappia anche apprezzare una forma artistica come la street art, che certamente continua a presentare elementi innovativi».

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