Valsabbia

Valsabbia, immortalato un lupo in cerca di cibo sulle montagne

Ha sbranato qualche pecorella. La Polizia Provinciale: «Nessun allarmismo, è un animale solo e non torna dove ha già colpito»
Fototrappola. Uno scatto recente del predatore in Valsabbia - Foto © www.giornaledibrescia.it
Fototrappola. Uno scatto recente del predatore in Valsabbia - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

Ha sbranato qualche pecorella al pascolo, fra quelle non ricoverate al sicuro o non protette dai cani da pastore. E, se ci fossero ancora dei dubbi, il lupo è stato immortalato dalle fototrappole mentre si spostava. È successo nei giorni scorsi sulle montagne della Valle Sabbia, quelle che guardano anche verso il Garda.

Maggiori informazioni sui luoghi dove caccia dalla Polizia Provinciale non arrivano: «Non vogliamo creare allarmismi inutili: questi sono animali che si spostano con estrema facilità e rapidità, raramente ritornano dove hanno sbranato una preda e se lo fanno succede al massimo il giorno dopo per finire di consumarla. Ha quindi poco senso dare indicazioni esatte sulle località dove il lupo è stato visto o dove ha assalito degli animali» dice il comandante Claudio Porretti.

Ampia disponibilità, invece, a fornire adeguato supporto a coloro per i quali la presenza di questo grande predatore può costituire un problema: «Abbiamo provveduto ad informare gli allevatori sui rischi che corrono e sul modo di prevenirli: ricovero degli animali nelle ore notturne in primis, ma anche recinzioni adatte o la presenza di cani da guardia. Per queste ultime due Regione Lombardia ha previsto un finanziamento: si potrà fare domanda fra il 16 febbraio e il 2 maggio prossimi».

«La Polizia Provinciale, se allertata - aggiunge Porretti -, in caso di danni provvede ad effettuare i sopralluoghi e le operazioni di rilievo ed accertamento per poter attivare le procedure regionali di risarcimento». Ma si tratta di un lupo solo o di un branco? «Certamente di un animale in dispersione, non sappiamo ancora se femmina in cerca di un compagno o di un maschio - afferma Porretti -. Probabilmente il branco originario è quello che si è formato dalle parti del Tonale nel 2019».

Ad ogni modo il ritorno del predatore sulle montagne bresciane sarebbe un fenomeno del tutto naturale, che fa seguito alla ricolonizzazione nell’arco alpino iniziata fin dagli anni Novanta. Va ricordato che i predatori naturali sono necessari per il ripristino di un ecosistema come quello montano. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia